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LUGANOMax Gazzè e il pubblico ticinese: «Sfatiamo il mito che il calore c'è solo al sud»

19.07.22 - 06:32
Giovedì 21 luglio il cantautore romano inaugurerà la quinta edizione di ROAM Festival
ROAM FESTIVAL
Max Gazzè in concerto giovedì 21 luglio a Lugano, per ROAM Festival.
Max Gazzè in concerto giovedì 21 luglio a Lugano, per ROAM Festival.
Max Gazzè e il pubblico ticinese: «Sfatiamo il mito che il calore c'è solo al sud»
Giovedì 21 luglio il cantautore romano inaugurerà la quinta edizione di ROAM Festival

LUGANO - È l'artista di punta di questa quinta edizione di ROAM Festival: stiamo parlando di Max Gazzè, cantautore italiano tra i più popolari e amati. L'abbiamo raggiunto in vista dello show luganese, in programma giovedì 21 luglio dalle 21.30 al Boschetto Parco Ciani a Lugano.

Max, quanto è stato importante per te poter riassaporare l'atmosfera del palco, dei live?
«Moltissimo. Durante i concerti mi piace vedere la gente divertirsi. È bello osservare che il pubblico si sta riprendendo la gioia e la voglia di scatenarsi ai concerti. E io ho voglia di stare a braccia aperte e liberarmi».

Qual è la cosa che ti è mancata maggiormente, nei lunghi mesi dei lockdown?
«Il palco. Per me, che sono un musicista, il palco è vita. È stato un periodo molto duro. Gli operatori del settore della musica sono stati un po` dimenticati. Al di là dei frontman, anche lo staff, le varie maestranze hanno sofferto tanto per il lungo stop. Speriamo che il periodo buio sia ormai alle spalle».

Cosa proporrai al pubblico luganese?
«Qualche brano de "La matematica dei rami" (il suo ultimo album, ndr) ovviamente c'è ma sarà una scaletta più varia. Ci saranno i brani più conosciuti del mio repertorio, che spazia da "Cara Valentina" a "Ti sembra normale", passando per "La favola di Adamo ed Eva", "Vento d’estate", la stessa "Una musica può fare". E poi "Il timido ubriaco", "Il solito sesso", "Mentre dormi", "Sotto casa", "La vita com’è". Sarà un crescendo che spingerà il pubblico a scatenarsi».

«La condivisione della musica è per me da sempre un'esperienza bellissima!». Lo hai detto e ne hai ampiamente dato prova nel corso della tua carriera. Quale artista (o nuovo genere) ti piacerebbe incrociare lungo il tuo cammino?
«Io penso che ogni collaborazione arricchisca. Anche la scelta di lavorare con la Magical Mystery Band su "La Matematica dei Rami", è stata dettata dalla voglia di dare uno stimolo diverso al modo di produrre un disco. Ho sempre cercato degli stimoli diversi, e le collaborazioni in questo sono importantissime. Trovare un solo nome è impossibile, perché in molte occasioni la cosa più bella è la casualità degli eventi».

Intanto la collaborazione con Carl Brave funziona alla grande: qual è il vostro segreto?
«Forse io e Carlo ci troviamo così bene perché ci somigliamo. L'approccio alla musica è molto simile. La cosa che ad esempio mi ha colpito dei concerti di Carl è che sul palco c'è molto affiatamento con la band, non va sul palco con il deejay, lui ha capito che era importante non omologarsi. Ama la musica suonata come me».

La guerra in Ucraina ha riportato in auge la "militanza" dell'artista: è un dovere prendere posizione o lo si deve fare solo se realmente convinti, e senza ipocrisie?
«A me piace farmi domande sia come artista che come uomo. Ricercare e informarmi per me è importante perché per scrivere è necessario conoscere. L'artista può avere il ruolo importante di megafono ma è importante informarsi».

Questo tour ti porta in giro per tutta l'Italia e ti riporta in Ticino: che ricordi hai del pubblico di queste latitudini?
«È molto caloroso e sfatiamo il mito che il calore c'è solo al sud».

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