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ITALIAL’adolescenza di Tananai: «Ero un ragazzino obeso»

04.07.22 - 17:30
Il cantante rivelazione dello scorso Sanremo ha raccontato la sua vita privata
IMAGO / Matteo Gribaudi
L’adolescenza di Tananai: «Ero un ragazzino obeso»
Il cantante rivelazione dello scorso Sanremo ha raccontato la sua vita privata

MILANO - Tananai è un nome d’arte nato da una parola dialettale del nord Italia, usata per indicare i bambini particolarmente vivaci. Lo ha spiegato lo stesso artista che negli ultimi tempi sta spopolando con “La Dolce Vita”, brano cantato insieme a Fedez e Mara Sattei. Alberto Cotta Ramusino, questo il suo vero nome, ha spiegato al Corriere della Sera di aver scelto di chiamarsi Tananai per omaggiare il nonno Pino, che aveva trovato per lui quell’appellativo.

«Mi chiamava così, non ero un tranquillo, facevo sempre suonare i bicchieri con le forchette - le parole dell’artista 27enne -. È morto quando avevo 7 anni, il nome d’arte è un omaggio all'unico in famiglia che non sono riuscito a stressare con la mia musica». Nato a Milano e cresciuto a Cologno Monzese, Tananai racconta di non aver avuto un’infanzia e un’adolescenza facilissima per colpa del suo aspetto fisico. «Ero ciccione e qualche spintone quando ero un ragazzino obeso. Non direi bullismo, anzi, nulla in confronto ai tweet di Sanremo - ha rivelato il cantante - In seconda media ero 1 metro e 50 e pesavo 82 chili. Adesso ne peso 76 e sono 1 e 82... Ho anche saltato qualche mese di scuola perché non volevo farmi vedere: ero in carrozzina per un problema a un ginocchio». Quell’incidente, però, fu la scintilla che diede vita al suo cambiamento fisico. «Quell’estate ho iniziato a mangiare bene, sono arrivati gli ormoni che mi hanno fatto crescere in terza, quando ho iniziato a piacere alle ragazzine, pensavo mi prendessero in giro».

Tananai ha anche raccontato dell’impatto che la musica sulla sua vita, citando come esempio “Estate”, brano dei Negramaro che ascoltava da ragazzino. «Mi ricorda la prima volta che mi sono innamorato da ragazzino e anche il primo palo... - ha concluso l’artista - Ero sul lago di Garda, lei si chiamava Sofia. Non avevo mai provato quella sensazione e ogni volta che sentivo e sento quella canzone tornano le farfalle nello stomacoX.

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