Il film, che racconta le vicissitudini di una palazzina bene romana, sarà nelle sale ticinesi da giovedì 23 settembre
MENDRISIO - Una palazzina in uno dei quartieri bene di Roma, quattro famiglie e altrettante storie, anzi storiacce – detto alla romana – che si intersecano per 10 lunghi anni. È questo “Tre piani” di Nanni Moretti, portato pure a Cannes e di cui tanto si è discusso e parlato (spesso male), e che arriva questa settimana nelle sale ticinesi.
Noto per la commedia brillante di taglio satirico e sardonico, il regista romano si presenta in questo film in maniera quasi irriconoscibile con un film drammatico. Non è la sua prima volta, lo sappiamo bene, l'altra era stata “La stanza del figlio” straziante e allo stesso tempo indimenticabile.
Il taglio di questo “Tre piani”, che è tratto dall'omonimo romanzo di Eshkol Nevo, è però molto diverso e quasi senza scampoli di luce. Qui su tutto vince la paura per l'altro, vicino solo di nome e non di fatto, che si trasforma in ossessione, e che riesce anche a contaminare e stravolgere l'amore, in maniera quasi ineluttabile.
A contribuire a questa sensazione il cast, di primissimo peso (Scamarcio, Buy, Rohrwacher, Giannini e lo stesso Moretti), che è però diretto in maniera rigida, quasi incollata, fra battute monosillabiche e dialoghi spesso vuotini e poco vibranti.
E quello che non arriva è anche il messaggio, difficile da trovare fra queste quattro storie intrecciate alle quale si fa davvero fatica ad avvicinarsi. La sensazione che resta è che non è chiaro se il film sia uscito così come doveva – gelidamente nichilista – o se, alla fine, Moretti si sia trovato in difficoltà con il materiale e il tutto gli sia un po' scappato di mano.
Se volete provare a capirlo anche voi, l'appuntamento è per questo venerdì 23 settembre, nelle sale di tutto il Cantone.