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STATI UNITIBuon compleanno Neil Diamond. 80 anni evergreen

24.01.21 - 08:00
Il suo inno alternativo "America" piaceva a Muhammed Ali, andava d'accordo con i rocker e cantò pure per George W. Bush
©dpa-Zentralbild
Fonte Paolo Biamonte (ANSA)
Buon compleanno Neil Diamond. 80 anni evergreen
Il suo inno alternativo "America" piaceva a Muhammed Ali, andava d'accordo con i rocker e cantò pure per George W. Bush

NEW YORK - Buon compleanno Neil Diamond. Il cantante e l'autore di "September Morning", "I'm a Believer", "America" e "Sweet Caroline", compie 80 anni.

Nelle regioni italofone il suo nome è sicuramente meno conosciuto che nel mondo anglosassone, dove ha venduto 100 milioni di copie, è stato introdotto nella Hall of Fame del Rock'n'Roll, ha ricevuto il Kennedy Center Honor e ha la stella sulla Walk of Fame.

Nel 2008 al festival di Glastonbury al suo concerto c'erano più di centomila persone.

Neil Diamond è nato da una famiglia ebrea di Brooklyn e si è fatto una lunga gavetta come autore tra Tin Pan Alley e il Brill Building, il leggendario palazzo di Manhattan che ospita gli uffici dove, negli anni '60, sono state scritte alcune delle canzoni più famose della musica americana. A far girare le cose in modo positivo è stata "I'm a Believer", clamoroso successo dei Monkees che, con il titolo "Sono bugiarda" è stata una hit di Caterina Caselli.

Poi grazie a "Cherry Cherry" e "Kentucky Woman" si è messo in proprio, ai tempi della British Invasion, trovandosi anche a fare da spalla ai concerti degli Who.

Col tempo Diamond si è imposto con una formula a metà strada tra il rock, il pop e il country, uno stile che ha sempre fatto breccia nei gusti del pubblico americano ma non solo: basti pensare che nel 1978 è stato invitato da Robbie Robertson, che gli ha prodotto un album, a cantare in "The Last Waltz", il concerto filmato da Martin Scorsese che ha segnato l'addio alle scene della Band.

Negli anni '70 a Las Vegas il suo cachet era quasi di un milione di dollari a sera e ai suoi concerti nelle prime file c'era il Gotha di Hollywood. Con alti e bassi la sua carriera è arrivata fino agli anni 2000, tra duetti con Barbra Streisand, "You Don't Bring Me Flowers", colonne sonore, tre matrimoni, qualche vicenda giudiziaria legata a questioni di diritti: e comunque nel periodo il 1991 e il 2011 solo negli Stati Uniti ha venduto più di 17 milioni di copie.

Questo dato riassume la storia di Neil Diamond, un cantautore che è riuscito a raggiungere lo status di "classico", capace di scrivere una sorta di inno alternativo come "America", che piaceva a Muhammed Ali, di andare d'accordo con i rocker (nel 2005 "12 Songs" è stato prodotto dal guru Rick Rubin) ma anche di cantare per George W. Bush.

Un esempio tipico di evergreen. Da qualche anno Neil Diamond si è ritirato dalle scene perché ha cominciato la sua battaglia con il Parkinson.

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