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Le “Identità” di Falax, e il rap diventa filosofico

CANTONELe “Identità” di Falax, e il rap diventa filosofico

04.09.20 - 07:00
Un esordio di peso per il giovanissimo rapper momò: «Oggi la gente ha paura di mettersi in gioco davvero»
Falax
Le “Identità” di Falax, e il rap diventa filosofico
Un esordio di peso per il giovanissimo rapper momò: «Oggi la gente ha paura di mettersi in gioco davvero»

MORBIO INFERIORE - La musica come intrattenimento o qualcosa di più? Se lo chiedete al rapper momò Falax, nome d'arte di Stefano Falardi, non ha dubbi e sceglie la seconda.

“Identità”, il suo singolo d'esordio non si risparmia e mette sulla graticola la società contemporanea: «Stiamo andando nella direzione sbagliata, diamo troppo peso all'individualismo, all'esteriore», ci spiega, «c'è troppa paura di uscire dalla propria bolla, di mettersi in gioco davvero».

Ciao Falax, ti va di presentarti brevemente?

Sono un ragazzo di Morbio Inferiore e frequento l'ultimo anno di maturità alla scuola commerciale di Chiasso. Ho iniziato a scrivere lo scorso ottobre, trovando ispirazione in ciò che ho vissuto, iniziando a buttare giù le mie emozioni. Mi sono preso poi una pausa, ma ho ricominciato durante la quarantena, avevo molto da esprimere e ho scritto davvero tantissimo. Ho capito di voler pubblicare i miei lavoro solamente a giugno, quando mi sono reso conto che quello che pensavo dovesse venire a galla, in qualche modo.

“Identità” è il tuo esordio, mi sembra un pezzo molto denso, ricco di concetti. Di cosa parla?

Identità è stato un testo scritto in pochissimo tempo, ero preso dall'ispirazione e l'ho scritto e rivisto in una notte intera. È stata la scintilla che mi ha permesso di avere il coraggio di espormi. 

Il pezzo parla della società in cui viviamo e tratta argomenti molto attuali. Vedo la gente ispirarsi a leader indiscussi, persone che prendono il comando, lasciando le nostre personalità uniche in secondo piano. C'è poco coraggio d'imporsi e troppa paura del giudizio altrui.

Più che di travagli esistenziali mi sembra che parli di dilemmi quasi filosofici o ideologici, sbaglio? 

Sì, esatto. Più che dei miei travagli personali racconto quello che vedo. Il mio è un discorso filosofico e ideologico con il quale racconto il mondo di oggi.

Ho questa predisposizione naturale nel raccontare anche ciò che vedo in modo generale, senza soffermarmi sui fatti concreti ma raccontando in terza persona, come un narratore di un libro. I miei infatti sono testi molto riflessivi e chiedono all'ascoltatore di ragionare, di riascoltarli anche più di una volta, per capirli appieno.

Trovo molto calzante il legame con la base, davvero d'atmosfera, com'è nata?

La base è stata realizzata con il mio producer ANU che sta facendo un grande lavoro per far crescere costantemente la mia musica. Lavorare con me non è semplice, a volte nemmeno io mi rendo conto davvero di quello che voglio!

La base è nata un sabato pomeriggio e, dal nulla, ho subito trovato argomenti che potessero calzare a pennello con l'atmosfera un po' surreale che trasmetteva.

“Identità” è il primo brano di una serie? Quali progetti hai per il futuro?

Non vorrei fare spoiler (ride), però identità è il primo di una serie di progetti che ho organizzato. Presto si saprà di più. Ho appena partecipato al PopMusicContest di Paolo Meneguzzi facendo la mia prima esperienza sul palco, è solo l'inizio del mio progetto.

Quello che posso accennare, è che in futuro lo stile "dark" o "rap emotional" potrebbe prendere il sopravvento. Mi piace molto variare stili, ma... vedremo.

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