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CANTONEIl cortometraggio ticinese che parla inglese

05.02.20 - 06:01
È "Seedling", che segna il ritorno alla regia di Marco Bitonti e una nuova collaborazione con l'attore Sebastiano Pestoni, ora di base a Hollywood
Over Film Productions
Il cortometraggio ticinese che parla inglese
È "Seedling", che segna il ritorno alla regia di Marco Bitonti e una nuova collaborazione con l'attore Sebastiano Pestoni, ora di base a Hollywood

BELLINZONA - «Da indipendenti non è facile, ma è bello». In questa frase è condensata l'essenza della nuova avventura di Marco Bitonti. Il regista ticinese, autore cinque anni fa del fortunato "Take Control", co-prodotto da RSI e dal Cantone Ticino, torna sulle scene con una casa di produzione slegata da logiche puramente di mercato e radunando intorno a sé un team di professionisti mossi da una grande passione per il cinema (e dalla volontà di mettersi alla prova).

Perché avete voluto tentare questa via, che immagino sia piuttosto faticosa?
«Non volevamo passare da quei produttori che impongono determinate regole. Così sei tu che decidi il destino della tua arte e puoi portare sullo schermo quello che vuoi. Allo stesso tempo c'è la paura di potersi bruciare. Alla fine la cosa bella è che il cinema è un linguaggio libero, si può dire quello che si vuole e non si sbaglia quasi mai».

Qual è la tematica di "Seedling", il vostro primo corto?
«Parla di una famiglia che vive un po' da eremita e ha il grande desiderio di avere un figlio. Purtroppo hanno l'ennesimo aborto e succede qualcosa. "Seedling" mescola reale e surreale: il concetto di base è rendere quanto può essere forte il desiderio e la volontà di generare un bambino, per portare avanti e far crescere la famiglia. C'è poi, come dicevo, l'elemento surreale, ma non vorrei svelare troppo...».

Come è nata l'idea?
«Tutto trae origine dall'essermi ritrovato con Sebastiano Pestoni, con il quale avevo già lavorato in "Take Control". Sono tre anni che lui fa avanti e indietro da Los Angeles per la sua carriera di attore e siamo rimasti in buoni rapporti. Abbiamo pensato: perché non realizzare un cortometraggio ticinese ma tutto pensato e recitato in lingua inglese? Fortuna ha voluto che in quel periodo Sebastiano e la sua compagna americana fossero in Ticino, così è stato naturale che i protagonisti del corto fossero loro».

Avete quindi sfruttato la perfetta padronanza della lingua dei due interpreti...
«Esatto. Poi puntavamo a fare un cortometraggio un po' più internazionale e più "facile" da far selezionare ai festival. Se lo giri in inglese le tue chance aumentano».

Come sono state scelte le location?
«Abbiamo girato a Mornera, sopra Monte Carasso. L'idea era di ambientare il corto in una casa isolata, visto che i due protagonisti sono eremiti e "tipi da montagna". Siamo stati fortunati nel trovare una cascina di proprietà di amici, che ci hanno dato la possibilità di girare un paio di giorni lo scorso mese di agosto».

Quanto stimola la creatività avere budget zero?
«Molto, e mi piace sottolinearlo. Fanno comodo le amicizie e l'apporto di chi, credendo nel tuo progetto, ti dà queste opportunità».

Come sono nati i rapporti artistici che hanno portato alla creazione della Over Film Productions?
«Ci conoscevamo tutti in qualche modo. C'è Alessandro Zumstein, direttore della fotografia e operatore di camera con grande esperienza di controllo d'immagine; lo sceneggiatore Laert Karalliu; Andrea Colosio, ingegnere sonoro e montatore audio; Omar Beltraminelli, attivo come freelance come colorist ed effettista; William Capizzi, che per lavoro fa il videomaker ma è anche compositore musicale, e si è voluto mettere alla prova realizzando la sua prima colonna sonora per il cinema. In tutto il team c'è passione e amore per il cinema al 100%».

Poi ci siete tu e Sebastiano...
«La storia l'ha scritta lui, quindi non è solo attore ma anche sceneggiatore. "Seedling" l'abbiamo prodotto insieme e siamo noi che ci facciamo carico dei costi effettivi, come l'iscrizione alle rassegne e ai festival».

Tenterete di portare questo lavoro al Festival di Locarno?
«Sarà il primo al quale lo invieremo. Tra circa tre settimane inizieremo con le iscrizioni. Per il 2020 il film non sarà visibile integralmente sul web - ci sarà solo il trailer - appunto perché privilegiamo il percorso festivaliero. Lo sarà nel 2021».

La Ticino Film Commission vi ha citato su Facebook: vi ha fatto piacere?
«Sono contento che anche loro abbiamo voluto parlare di noi. Il prodotto ha delle potenzialità: è qualcosa di particolare, che è stato creato senza un capitale alle spalle ma che è ben fatto».

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