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CANTONE«La famiglia è musica e la musica è famiglia»

16.07.18 - 06:01
Gigante della musica maliana, Bassekou Kouyaté suonerà il prossimo 26 luglio al Roam Festival. Con lui abbiamo parlato di musica, parenti e... Paul McCartney!
«La famiglia è musica e la musica è famiglia»
Gigante della musica maliana, Bassekou Kouyaté suonerà il prossimo 26 luglio al Roam Festival. Con lui abbiamo parlato di musica, parenti e... Paul McCartney!

LUGANO - Fra le serate costellate dagli astri dell’indie internazionale al Roam c’è anche spazio per la world music dai sapori africani. È proprio il caso del 26 luglio quando sul palco del festival luganese saliranno i maliani Bko e l’eminenza grigia Bassekou Kouyaté con la sua Ngoni Ba. Personalità importantissima per la musica del Mali, Kouyaté è un inventore e uno sperimentatore che ha portato la musica tradizionale maliana su nuovi livelli.

Bassekou, puoi parlarci del tuo strumento?

«Lo ngoni è uno strumento a corde molto antico dell’Africa occidentale. Il suo corpo è fatto di legno ed è ricoperto di pelle di animale (spesso di vacca). Per certi versi è l’antenato africano del banjo. Ho imparato a suonarlo sin da piccolo, la mia è una famiglia di musicisti che appartiene alla casta dei griot che per tradizione sono artisti e cantastorie. Mio papà suonava proprio lo ngoni mentre mia madre era una cantante».

Tu lo hai un po’ trasformato, rendendolo simile alla chitarra elettrica. Come è successo?

«Ho trovato l’ispirazione lavorandoci assieme a mio nonno. I membri della mia famiglia erano i griot ufficiali del re di Ségou; siamo una delle famiglie musicali più importanti dell’Africa occidentale... Abbiamo avuto la fortuna di poter sperimentare. Per questo ho provato ad aggiungere allo ngoni gli effetti e i suoni della chitarra elettrica. L’idea era quella di aprire la musica del Mali a un nuovo pubblico, ma senza dimenticare la tradizione».

La tua band è anche la tua famiglia, letteralmente, come funziona?

«Suono con mia moglie, mio figlio, mio fratello e mio nipote. Per me la mia famiglia è la mia vita e la mia vita è la musica. Sono cose che non si possono separare. La musica passa di generazione in generazione, e così la tradizione continuerà anche con i miei figli».

La tua musica è per ovvi motivi molto legata al Mali, tu ci vivi ancora?

«Sì vivo ancora in Mali e viaggio quando vado in tour mondiale. Sto progettando di aprire una scuola di musica nel mio paese natale, dove insegneremo la musica e altre arti. Dalla costruzione dello strumento fino alla performance sul palco».

Hai avuto l’opportunità di collaborare con grandissimi artisti occidentali...

«Sì, gente come Paul McCartney, Damon Albarn e Taj Mahal per citarne alcuni. Lavorare con musicisti di questo calibro è stata una grande fonte d’ispirazione. Si sono avvicinati alla mia musica con una mentalità molto aperta. È stato interessante, nel caso di Mahal, trovare le similitudini tra il blues e la musica tradizionale del Mali».



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