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STATI UNITIDalle scuse a Beyoncé alle frecciate contro Kanye: è il grande ritorno di Jay-Z

03.07.17 - 06:01
Il rapper 47enne è un fiume in piena nel suo ultimo disco
Keystone
Dalle scuse a Beyoncé alle frecciate contro Kanye: è il grande ritorno di Jay-Z
Il rapper 47enne è un fiume in piena nel suo ultimo disco

NEW YORK - Confessa i tradimenti alla moglie, mette nel “mirino” lo storico collega, rivela l’omosessualità della madre e ammette le proprie paure: «Un giorno dovrò spiegare i miei errori ai miei figli».

Jay-Z alla fine fa ammenda per i suoi peccati. A 47 anni anni suonati il mogul del rap a stelle e strisce ha deciso di mettere in stand-by il proprio ingombrante ego, affidando al suo tredicesimo disco confessioni, scuse sincere e qualche frecciata diretta a rivali ed amici. Il tutto confezionato con una “forma fisica” che non gli vedevamo esibire dai tempi di "American Gangster".

Solo quella però, perché quello che ascoltiamo in "4:44" è un Jay-Z del tutto inedito, che per la prima volta in 21 anni di carriera sveste i panni da colosso del “music (e non solo) business”, presentandosi al pubblico come un semplice uomo, e nemmeno tanto perfetto.

«Ci ho messo troppo a incidere questo pezzo, non ti merito» ammette nel brano che dona il titolo all’album, solcando una produzione dalle sfumature soul con un campionamento da pelle d’oca in pieno stile Otis. Una vera e propria lettera che risponde alle accuse contenute in "Lemonade", risalendo fino agli albori della loro relazione. Momenti difficili che possono trasformarsi in splendidi ricordi. Dalle porte in faccia in gioventù alla ricerca di un contratto ai sacrifici della propria madre, capace di crescere quattro figli nascondendo la propria omosessualità, come rivelato in "Smile", su un tappeto di No I.D. che trae la propria linfa vitale dall’indimenticabile "Love’s in Need of Love Today" di Stevie Wonder.

Nel complesso l’ascolto di "4:44", che si conclude in poco più di mezz’ora, costituisce una sorta di seduta di terapia per il Signor Carter che, dopo aver sistemato sé stesso sin dalle prime battute di "Kill Jay-Z", tira le orecchie a Kanye West per i suoi eccessi, tenta di riportare l’equilibrio fra vecchie e nuove generazioni all’interno dell’ecosistema Hip hop in "Family Feud" e si concede una passeggiata tra i vicoli del vecchio quartiere con la soave "Marcy Me" prima di risollevare lo sguardo verso l’orizzonte in "Legacy", affidando alla figlia Blue Ivy le redini della propria eredità.

Maturo e umile, con "4:44" Jay-Z scrive una nuova importante pagina nella storia della doppia H, cancellando definitivamente il falso mito del «sei troppo vecchio, ormai non conti più nulla». E chi meglio di lui poteva spiegarlo a tutti?

 

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