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Marius Bear verso l'Eurosong: «La mia è una canzone umile, come gli svizzeri»

CANTONEMarius Bear verso l'Eurosong: «La mia è una canzone umile, come gli svizzeri»

30.03.22 - 06:00
Il giovane cantante appenzellese in visita in Ticino ci racconta la sua “Boys do Cry” che gareggerà a Torino
20 Minuten
Marius Bear verso l'Eurosong: «La mia è una canzone umile, come gli svizzeri»
Il giovane cantante appenzellese in visita in Ticino ci racconta la sua “Boys do Cry” che gareggerà a Torino

LUGANO - Dal canton Appenzello a Torino, per la finale di Eurovision Song Contest: «Il mio pezzo? È umile e speciale, come lo sono gli svizzeri», parola di Marius Bear il nostro candidato per l'amatissima kermesse internazionale nell'era dei post-Måneskin. Il suo brano “Boys do cry” è un inno al maschio moderno, quello che si può anche commuovere.

Ma nel 2022 abbiamo ancora problemi di machismo? «Il pezzo può avere un risvolto universale, ma in realtà l'ho scritto perché volevo parlare di me. Sono un uomo estremamente emotivo, e con la mia canzone volevo dire a chi è come me: è ok essere (anche) così», ci racconta il cantante che ha incontrato la stampa ticinese nel nuovo e giovane spazio WeTube della RSI di Besso.

Ma qual è la storia, da dove viene Marius Bear? «A dire il vero ho iniziato a cantare abbastanza tardi... al militare! Poi ho iniziato a fare il busker, suonando qua e là in Svizzera. Ho deciso che avrei fatto della musica la mia vita e mi sono spostato a New York e per un po' sono stato anche a Londra».

Il brano è uno di quei pezzi che si possono definire – all'americana – “smooth”, un po' jazzato e con un filo di Sinatra, un azzardo sul palco tutto lustrini dell'Eurosong? «Lo so che è una trasmissione che è solitamente associata a grandi fuochi d'artificio ed esplosioni di colore, ma io ho sempre visto questa mia “Boys” come un pezzo perfetto anche per quel contesto. Per una volta più che un decollo funambolico sarà un viaggio nel profondo».

Pezzi intimistici che, di recente, stanno avendo parecchio successo anche su quel palco: «Sì, perché sono un po' come un maxi-abbraccio universale».

Ultimo accenno un po' più leggerino riguarda i bookmaker che - anche per l'Eurovision - hanno già fatto le loro quote, che effetto fa e soprattutto, Marius le ha viste? «Ah, io no», ride, «però alcuni del mio staff sì e ci scherzano un po' sopra. Per me, in ogni caso, quello che conterà sarà il momento, quando salirò sul palco e inizierò a cantare».

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