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"Chi sta bene dimentica" ma chi sta male, invece, no

CANTONE"Chi sta bene dimentica" ma chi sta male, invece, no

15.02.22 - 06:00
Il grido d'accusa del cantautore Alessandro Lippis contro no-vax e chi, al grido di "libertà", limita quella degli altri
ALESSANDRO LIPPIS
"Chi sta bene dimentica", il grido di accusa in musica di Alessandro Lippis.
"Chi sta bene dimentica", il grido di accusa in musica di Alessandro Lippis.
"Chi sta bene dimentica" ma chi sta male, invece, no
Il grido d'accusa del cantautore Alessandro Lippis contro no-vax e chi, al grido di "libertà", limita quella degli altri

SANT'ANTONINO - Negli scorsi giorni Alessandro Lippis ha pubblicato su YouTube il videoclip di "Chi sta bene dimentica", il suo ultimo singolo.

Alla realizzazione del brano hanno collaborato Damiano Guarnieri (chitarre e basso) e Jonathan Vitali (batteria), mentre il 31enne di Sant'Antonino - studente universitario all'USI e attivo sulla scena musicale ticinese da ormai 15 anni - si è occupato del testo e della voce. Il mixaggio finale del brano è stato curato dall'Heaven Recording Studio di Massagno.

Le radici del brano - Un brano che significa moltissimo per Alessandro; ogni autore mette molto di se stesso nelle proprie opere, ma nel suo caso possiamo parlare di un vero e proprio grido. Per contestualizzarlo, dobbiamo però fare un passo indietro. «Sin dalla nascita sono affetto da una malattia che mi costringe su di una sedia a rotelle e che colpisce tutti i muscoli, compresi quelli respiratori. Come si può immaginare, questo mi rende particolarmente fragile di fronte alla minaccia del Covid-19». Negli ultimi due anni Alessandro e la sua famiglia hanno fatto di tutto per proteggerlo dal coronavirus: riscontrare la malattia, infatti, sarebbe sinonimo di cure intense dirette se non, purtroppo, una seria possibilità di decesso», come confermato da vari medici da lui interpellati.

Niente virus, ma a caro prezzo - Per ora Alessandro è riuscito a evitare il contagio, ma ha dovuto comunque pagare un prezzo salato. «Malgrado i tre vaccini Pfizer fatti, mi trovo tutt’ora in quarantena preventiva e lentamente sono passati ben due anni. Il vaccino protegge certamente dai decorsi gravi ma questa è una valutazione fatta su soggetti che non hanno una patologia grave come la mia» e anche Omicron costituisce una minaccia da non sottovalutare.

La "libertà" dei no-vax e quella (mancata) degli altri - Veniamo quindi alla radice di "Chi sta bene dimentica", cosa ha generato in Alessandro l'urgenza creativa. «Durante la primavera e l’estate scorsa mi sono fatto una scorpacciata di video online di proteste, No-vax, No Green Pass, No Covid, eccetera.. e ho notato che tutti pretendevano libertà. Quella libertà che mi è stata tolta da ben due anni trasformando la mia stessa casa in una zona protetta, certo, ma anche una sorta di prigione». Il 31enne punta il dito contro questi manifestanti: «Loro invece scendevano nelle piazze protestando, fregandosene delle restrizioni, spesso rifiutando la mascherina e senza rispettare un minimo di distanza sociale, dimenticavano l’importantissimo dettaglio che la libertà non è un concetto soggettivo. La mia personalissima opinione è che la libertà di un individuo finisce dove inizia quella di un altro».

Alessandro è arrabbiato, ed è comprensibile. «Dov’è dunque la “libertà” delle vittime delle decisioni altrui? E qui non mi riferisco solo agli anziani (le vittime principali del Covid poiché particolarmente fragili) ma anche giovani come me (di 31 anni, con una grave patologia), quegli infermieri che da eroi del 2020 sono diventati i “bastardi, venduti e corrotti del sistema che ci obbliga a vaccinarci e quindi a sterminarci tutti” e infine quei genitori che per proteggere i loro figli hanno rinunciato a qualcosa e magari hanno dovuto anche reinventarsi professionalmente». Tutte categorie di persone che, canta nel brano, “sono all’ombra della società”.

Chi sta male non dimentica - Alessandro si è quindi interrogato su chi fossero le persone «che hanno potuto dimenticare la tragedia caduta dal cielo durante la fase più acuta della pandemia o che hanno avuto la stranezza di “abituarsi” al fatto che centinaia di persone sono morte o hanno creduto di morire». E crede di aver trovato una risposta: sono «quelli che stanno bene, quelli che non hanno un caro a cui dedicare un pensiero di speranza o preoccupazione, quelli che “io ho avuto il Covid, non è altro che una normale influenza, sono tutte c...e”», facendo diventare un caso individuale fortunato in una valutazione medico-scientifica, aggiunge. «Da qui il titolo del brano: “Chi sta bene dimentica” perché, fidatevi, chi sta male o è stato male, certe cose non le dimentica».

Il videoclip - Dicevamo poi del video su YouTube, il cui montaggio è stato effettuato da Omar Beltraminelli della Multimedia and Digital Manager. «Un pezzo così potente doveva essere accostato da un videoclip che amplificasse ulteriormente il significato del brano. Non potendo uscire di casa (e quindi non potendo fare delle riprese) ho pensato di creare un collage di vari video messi in contrasto tra loro, con l’obiettivo di mostrare allo spettatore che la scelta del singolo può ripercuotersi sul prossimo. Per questo decisioni come quella di vaccinarsi sono fondamentali, così come è fondamentale seguire correttamente le restrizioni in corso. Questo non solo per una scelta egoista (ovvero proteggere se stessi) ma anche per aiutare l’intero Cantone e, chissà, la Svizzera tutta a uscire finalmente dalla crisi pandemica».

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