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CANTONEL'importanza di essere onesti (e parlare) in amore

13.04.21 - 06:30
Julie Meletta lo racconta - e si racconta - nel suo nuovo singolo, "Can We Talk?"
MIA GIANINI
"Can We Talk?" è il nuovo singolo di Julie Meletta.
"Can We Talk?" è il nuovo singolo di Julie Meletta.
L'importanza di essere onesti (e parlare) in amore
Julie Meletta lo racconta - e si racconta - nel suo nuovo singolo, "Can We Talk?"

BELLINZONA - "Can We Talk?" è l'ultimissimo singolo di Julie Meletta.

Un brano a cui la cantautrice bellinzonese ha voluto dare una veste dream-pop minimalista e un ritmo contagioso. Si tratta del secondo estratto di quello che sarà il suo album d'esordio.

Julie, cosa racconti nel tuo ultimo singolo? 
«“Can We Talk?” è la ricerca di un contatto. Si ispira a quelle situazioni in cui tra due persone c’è una certa tensione perché una delle due ha mandato tutto all’aria. È qualcosa che, penso, sia capitato a molte persone. Nel mio caso, è un’esperienza che ho vissuto a ripetizione per tanto tempo». 

Quindi capita anche a te di «fare sempre un gran casino» e rovinare tutto, in amore? 
«Mi capitava di continuo, come un disco inceppato. All’inizio sembrava tutto bello ma poi le cose si facevano serie e le insicurezze arrivavano. C’è qualcosa di rassicurante nel prendere le distanze da qualcuno e stare da soli, ma se lo si fa per le ragione sbagliate forse è solo un modo per proteggersi». 

Due innamorati, parlando, possono risolvere i loro problemi? 
«Se c’è un modo per risolverli, penso che sia proprio parlandone faccia a faccia. Senza ambiguità, non detti o sfumature. Penso che mettersi a nudo con una persona e mostrarsi vulnerabili sia una delle cose più difficili da fare ma anche l’unico modo di parlarsi in modo autentico».  

Ci sono più analogie o differenze con i tuoi brani precedenti, musicalmente parlando? 
«Sento che finalmente, dopo diversi anni di sperimentazione, ho trovato un suono in cui mi ritrovo appieno e che si rispecchia in tutti i miei singoli. Per ogni brano ho usato riferimenti diversi, anche nel genere, ma sento che hanno tutti lo stesso colore».

Citeresti qualche artista in particolare, che ti ha influenzata per l'arrangiamento e la produzione? 
«Ascolto tanta musica e sono sempre curiosa di scoprire dischi nuovi. Peró più che l’artista mi interessa chi sta dietro alla canzone. Appena mi piace un pezzo guardo chi l’ha scritto e chi l’ha prodotto. Con il tempo ho scoperto che a creare le canzoni che mi piacciono sono sempre più o meno le stesse persone. In particolare, c’è un produttore che ammiro molto: Benny Blanco (che la ha lavorato con artisti come Halsey, Khalid, Julia Michaels, The Weeknd, ecc.) Alcuni dei suoi brani hanno ispirato l’arrangiamento minimalista di “Can We Talk?”. Ma anche Max Martin, Ryan Tedder (dei One Republic) e Jack Antonoff». 

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