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CANTONERapper americani su beat ticinesi? Sì, si può fare

14.04.21 - 06:00
Il progetto del produttore ticinese Stex, Daruma, ospita diverse figure di peso della scena rap statunitense
Stex
Rapper americani su beat ticinesi? Sì, si può fare
Il progetto del produttore ticinese Stex, Daruma, ospita diverse figure di peso della scena rap statunitense
L'EP, che contiene quattro brani, vede tra i gli ospiti i rapper LMNO, Rakaa dei Dilated Peoples, MED, Akil dei Jurassic 5 e Seti X.

MENDRISIO - Pur essendo diventato in pochi decenni una cultura globale, capace di insediarsi in ogni continente, l’Hip Hop resta una di quelle cose che, per antonomasia, si definiscono americane. Un po’ come la torta di mele, le Cadillac e i cosiddetti “corn dog”. Chi cresce ascoltando infinite sequenze di rime adagiate a tempo sulla strumentale di turno lo fa con (almeno) un occhio sempre rivolto agli States. E chi decide di mettersi in gioco in prima persona spera spesso di poterlo fare "come gli americani" o addirittura "con gli americani". Un sogno che molti coltivano e che Stex, produttore ticinese della Big Bang Family, è riuscito a concretizzare con la realizzazione del suo nuovo EP, Daruma, in cui trovano spazio figure di spicco della scena indipendente d'oltreoceano come Rakaa dei Dilated Peoples, Akil dei Jurassic 5 e LMNO.

Stex, inizierei da una curiosità. La rete avrà anche reso tutto più semplice, ma come si fa dal piccolo Ticino ad arrivare a collaborare con questi nomi? Raccontaci…
«Sicuramente la rete ha aiutato moltissimo nella riuscita di questo progetto. Neanche molto tempo fa, se volevi collaborare con un artista, dovevi per forza incontrarlo di persona o avere almeno la sua e-mail. Ora con tutti i social network trovare un contatto è diventato molto più semplice. E infatti alcuni artisti li ho contattati passando direttamente da Instagram».

La prima volta che ho ascoltato LMNO avevo appena concluso le scuole medie. Si trattava di “Headlock”, prodotta da Madlib. Pare l’altro ieri ma sono quasi vent’anni fa. E mai mi sarei aspettato di ascoltarlo un giorno su un beat nostrano. Che effetto fa sentire voci con questi curriculum sfilare sulle proprie produzioni?
«Non lo nego, è una figata pazzesca! Sin da quando ho iniziato a produrre desideravo lavorare a un progetto con artisti americani. Gli artisti che mi hanno emozionato di più nel momento in cui ho ricevuto la loro strofa sono stati appunto LMNO - ho prodotto quel beat in un periodo dove avevo in loop "After the Fact", il suo disco prodotto da Evidence - e Rakaa. Quando ho ricevuto la sua strofa stavo uscendo di casa per andare al lavoro: l'ho messo in ripetizione per tutti i 40 minuti di tragitto».

Ma c'è anche qualche nome che avevi previsto per questo EP e che alla fine non sei riuscito a coinvolgere? Ci sarà magari l’occasione per un secondo volume?
«Sicuramente c'è la voglia di continuare, al momento non ho ancora nulla in cantiere da solista, ma mi sto già proiettando nel futuro pensando a possibili artisti per un volume due. Detto ciò, musicalmente non sono fermo, sto lavorando con il mio gruppo (Big Bang Family, ndr.) e Nx dei Massakrasta per un progetto che vedrà la luce tra poco e pure a un album di sole produzioni elettroniche mie. Un artista con il quale non sono riuscito a chiudere la collaborazione è O.C. dei D.I.T.C., non abbiamo trovato un punto d'incontro. Inoltre, ti svelo un retroscena di Daruma: anche la strofa di Rakaa sembrava potesse non vedere la luce. Gli avevo già mandato la base, ma non riuscivamo a trovare un accordo che andasse bene a entrambi. E quindi avevamo lasciato perdere. Poi, tre settimane dopo, mi ha riscritto lui dicendomi: "Ok, facciamolo". Ricevere una mail del genere da un artista del mio gruppo preferito è stata una gioia immensa».

Passiamo ai pezzi. “Turn It Up”: tu apparecchi un bel boom bap serrato e Akil dei Jurassic 5 non lascia nulla nel piatto. La combo è perfettamente riuscita. Ma lo stesso si può dire di Rakaa su “101”. Hai imbastito i pezzi avendo già in mente loro oppure il processo è avvenuto in modo diverso?
«A dir la verità le basi utilizzate per Daruma sono beat che avevo nel computer da un po' di tempo. Erano nell'apposita cartella "Basi per americani", ma non sono stati prodotti con l'idea di darli a un artista ben definito. Una volta ottenute le basi le ho messe in loop, pensando agli stili dei singoli artisti, a quelli che ascolto da una vita e con i quali avrei voluto collaborare, alle basi che solitamente utilizzano. E i nomi sono saltati fuori da sé. Così, ascoltando... Tra l'altro, Akil è stato il primo. Diciamo che è stata la miccia che ha dato il via al progetto».

Ecco, parlando dei tuoi beat... In pochi minuti l’EP condensa un sacco di “colori”. “Bhodi Dharma” ad esempio ricorda molto le “tavolozze” di Kno e dei Cunninlynguists. Quali sono stati i principali “maestri” che hai seguito per trovare il tuo stile?
«Sin da quando ho cominciato sono andato a "periodi". Durante queste fasi ero fissato con un solo produttore, per poi passare al successivo poco tempo dopo. I principali maestri sono stati sicuramente Dj Premier, Pete Rock, RZA, Alchemist, 9th Wonder, Apollo Brown e Evidence. Oltre a tutti questi super artisti diciamo che sono poi molto influenzato dalla "West Coast", difatti tutti gli artisti presenti in Daruma sono californiani. Ora invece mi sto interessando a tutt'altro, alla musica elettronica. Seguo molto Eprom, Alix Perez, Tsuruda e Flying Lotus».

Non possiamo concludere senza parlare della copertina... Chi ha familiarità con il concetto di "Daruma" non può non aver notato che all’orsetto manca ancora un occhio. Che obiettivo ti sei fissato per poterlo aggiungere?
«La copertina è una chicca. Per questo devo ringraziare Michele Larghi (Moko) ed è stato anche grazie a lui che il progetto s'intitola Daruma. In quel periodo stavo concludendo l'ultima canzone e non riuscivo a trovare un titolo soddisfacente. Gli ho spiegato la mia idea e quello che mi ha spinto a realizzare questo lavoro. E lui mi ha parlato della storia dietro a queste bambole giapponesi. L'obiettivo è quello che ho dall'esordio, ossia riuscire a concludere un progetto da solista con gli artisti che ascolto da 15 anni, gli stessi artisti che mi hanno influenzato e che hanno fatto di me l'artista che sono oggi».

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