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L'affascinante proto-fantascienza di "Disappear"

CANTONEL'affascinante proto-fantascienza di "Disappear"

26.03.21 - 06:30
Il videoclip del singolo dei DimeBlend è diventato un corto d'animazione, grazie alle sapienti mani di Gionata Zanetta
NENIERITMICHE
Un frame di "Disappear".
Un frame di "Disappear".
L'affascinante proto-fantascienza di "Disappear"
Il videoclip del singolo dei DimeBlend è diventato un corto d'animazione, grazie alle sapienti mani di Gionata Zanetta

BELLINZONA - È una vera chicca il videoclip di "Disappear", il brano pubblicato a febbraio da DimeBlend e che ha segnato l'esordio del nuovo progetto musicale ticinese.

Si tratta di un vero e proprio cortometraggio d'animazione, creato da Gionata Zanetta con il suo studio Nenieritmiche AudioVideoAtelier - Grand Oberland Hotel Animation. Sono lui e Max Frapolli (che, insieme a Chiara Ruggeri) a spiegarci come è nato il progetto congiunto.

Come è nato il soggetto dell'animazione?
Max: «All’inizio c’è stata la spinta a trovare un immaginario evocativo, che potesse rispecchiare l’estetica del progetto musicale e l’atmosfera del brano: cadenze leggere, ma narrazione tesa, quasi allucinata. La scintilla è giunta come d’incanto dal nome del duo, “DimeBlend” (letteralmente: “miscela economica”), con il quale Chiara (la cantante) e io avevamo richiamato appunto l’immediatezza delle “dime novels”, i romanzetti da quattro soldi (diffusi in America nella seconda metà del XIX° secolo, ndr). Ne abbiamo recuperati alcuni e Gionata ha trovato nelle immagini di copertina un terreno ideale per l’animazione».
Gionata: «Con Max ci conosciamo da una vita; siamo stati diverse volte sopra e sotto il palco assieme e le cose sono andate molto velocemente… Dopo aver ascoltato il brano è partito un ping pong stretto d'idee che ci ha portato dal film d’animazione "Yellow Submarine" dei Beatles alle copertine dei romanzi americani da un centesimo di fine ‘800; da lì in poi ho lasciato che fossero le illustrazioni stesse a condurmi nella storia».

Com'è nata la collaborazione con Gionata?
Max: Sono stato da sempre un estimatore del cantautorato atipico di Gionata, con il quale ho avuto il piacere di suonare anni fa; ne ho poi apprezzate le invenzioni video per suoi brani come “È poco pop” o “Che cosa ci fai a Daytona”. Quando con Chiara abbiamo ritenuto che “Disappear”, il nostro primo singolo, potesse accompagnarsi anche con un videoclip, ho subito pensato a lui, al suo atelier Nenieritmiche. Non ho faticato molto a convincerlo, dopo averlo però rassicurato: non intendevamo commissionargli un music video “tradizionale”!».

Il risultato finale ha soddisfatto le tue aspettative?
Max: «Direi oltre le attese! È stato molto istruttivo seguire dall’esterno un lavoro, quello dell’animazione di qualità, che necessita davvero di molto tempo e dedizione. Poi c’è la parte che si potrebbe chiamare “di concettualizzazione”, fondamentale anche se rimane in ombra: Gionata non si è limitato a rendere me e Chiara “personaggi” nei luoghi di ambientazione del testo (il mare in particolare), ma il miracolo creativo ha intercettato alcuni nuclei simbolici delle parole in musica. Così sottomarini alla Jules Verne che diventano proto-astronavi rendono la dimensione aerea della fantasia; l’immersione nelle paure inconsce della voce narrante si realizza con le figure insidiose e grottesche di piovre e serpenti».

L'animazione ricorda un po' quelle create da Terry Gilliam per il Monty Python's Flying Circus: c'è per caso un legame?
Gionata: «Giustissimo, difatti fra le ispirazioni di Terry Gilliam per il lavoro fatto con i Monty Python c’è anche il film dei Beatles, poi c’è anche Karel Zeman... La nave volante che si vede nel videoclip di “Disappear” ricorda parecchio quella della sua “Diabolica invenzione”».

Da quali elementi si parte per creare un prodotto di questo genere?
«Tecnicamente ho cercato un cocktail equilibrato fra soluzioni digitali e analogiche e possibilità reali, visti i tempi stretti a disposizione. La lavorazione è durata circa un mese e ho potuto godere della massima libertà».

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