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Joyss e quelle risposte che abbiamo dentro di noi (ma non lo sappiamo)

CANTONEJoyss e quelle risposte che abbiamo dentro di noi (ma non lo sappiamo)

27.01.20 - 06:01
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con la giovanissima cantautrice ticinese: «Mi piace osservare il mondo, anche se fa un po' paura»
Joyss
Joyss e quelle risposte che abbiamo dentro di noi (ma non lo sappiamo)
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con la giovanissima cantautrice ticinese: «Mi piace osservare il mondo, anche se fa un po' paura»

LUGANO - SI fa presto a dire che i giovani ticinesi non ascoltano più le canzoni e non suonano più, ma non è affatto vero.

Una nuova conferma arriva dalla 19enne Sofia Steffen, in arte Joyss, con un singolo uscito giusto lo scorso anno "Il colore dei tuoi passi" e un EP inciso già da giovanissimissima: "Camaleonte": «Ci sono delle volte che ho la testa piena di pensieri e l'unica cosa che posso fare è dar loro vita e forma, allora inizio a scrivere...», ci racconta la ticinese. 

Come mai hai scelto la musica? Come hai imparato a cantare e suonare?

Da piccolina cantavo sempre e ovunque, i miei genitori mi hanno raccontato che quando andavamo nei ristoranti o facevamo passeggiate mi mettevo ad urlare e cantare tutto il tempo e non riuscivano a farmi stare zitta in nessun modo. 

Da più grande ho poi iniziato a cantare in un coro e ho anche preso lezioni. La chitarra invece l'ho studiata un po' da bambina (a 7 anni) e poi ho continuato da autodidatta aiutandomi con dei tutorial su YouTube.

Parliamo dell'EP “Camaleonte”, come nasce? 

Nel corso degli anni ho rinchiuso nel cassetto tanti testi e canzoni scritte di getto in momenti particolari, non c'era l'idea di condividerle. Le prime tre canzoni dell’EP (tra cui “Il colore dei tuoi passi”), le ho scritte quando avevo 16 anni.

Ho poi deciso di rispolverarle, restando totalmente fedele a quei testi, e trovando il coraggio di concretizzare le parole e melodie in studio di registrazione. Per l'arrangiamento, il lavoro è stato fatto da Roberto Colombo all'Heaven Recording Studio di Massagno. 

Fra le canzoni quella che mi ha colpita di più è "Pastiglie", che storia ha?

“Pastiglie” è la mia denuncia personale, dopo aver assistito da vicino ad un metodo di cura per i giovani (e non) e di come vengano troppo facilmente somministrati i farmaci. È senza dubbio la canzone più esplicita all'interno dell'EP.

In "Il colore dei tuoi passi" parli di ansia e della paura di «stare da soli con sé stessi», è una cosa che nelle canzoni dei ragazzi c'è spesso, come la vedi tu questa cosa dell'ansia fra i giovani? 

Il tema dell’ansia é troppo complesso per essere trattato brevemente. Penso sia un problema diffuso tanto tra i giovani quanto nelle persone adulte, e può avere diverse cause. Ma si può superare, lavorando su se stessi con un po’ di fiducia.

L’ansia di cui parlo in “il colore dei tuoi passi” riguarda la ricerca costante del senso di appartenenza al mondo nelle piccole cose.

Adesso cosa stai facendo?

Al momento sto frequentando lo CSIA, nella sezione dei pittori di scenari e parallelamente sto studiando teatro e recitazione.

Vorresti fare la musicista per lavoro, un giorno?

Penso che poter fare della propria passione il lavoro stesso, sia una delle ambizioni più’ belle che si possano avere. Mi piacerebbe poter unire quello che sto studiando in ambito artistico alla musica.

Un verso di una tua canzone che ti piace un sacco, perché?

Scelgo: «E corri come una disperata / nel cielo di rami / non riesci a respirare / perché non vai a casa? Ma casa tua è te stessa / e non puoi scappare da te», da "Il colore dei tuoi passi".

Mi piace particolarmente perché racconta della sensazione di quando ci si sente persi, e poi si capisce che le risposte possiamo trovarle solo guardandoci dentro, perché prima di qualsiasi altra cosa - anche se può far paura - siamo noi stessi il nostro punto di riferimento.

Un verso di una canzone di qualcun altro che ti piace un sacco?

Ecco: «Siamo in tanti / Seduti distanti / Arrivati in orari distinti / E tutti quanti convinti / Di essere arrivati per primi», da "Lettera al prossimo" del gruppo italiano Eugenio In Via Di Gioia.

Se potessi collaborare con un artista (o un'artista) qualsiasi, chi sceglieresti?

Difficilissimo rispondere, sono ispirata e seguo tantissimi artisti! Di musicista italiano collaborerei con Fulminacci che trovo fenomenale, mentre di artista internazionale la voce dei Daughter (la londinese Elena Tonra, ndr.) mi tocca il cuore.

Hai un libro preferito? Ti piace leggere? 

Un libro che mi ha presa molto é "Siddharth"a, di Hermann Hesse. Mi piace leggere, da bambina non facevo altro che immergermi nelle storie che leggevo, di conseguenza ho iniziato a scrivere storie e canzoni.

Potessi partire domani per un viaggio, dove andresti e perché?

Farei un lungo viaggio per visitare l’Asia Meridionale, in particolare l’India, mi affascina per cultura e usanze.

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