Un po' meno "artsy" e più pop-rock dell'album d'esordio, "Fine Line" è un piacere per le orecchie e lancia in altissimo il giovane britannico
LONDRA - Non c'è una legge scritta che lo sancisca ma spesso e volentieri è così: il primo membro che lascia una boyband e/o girlband è quello che ce la fa e poi sfonda. Per quanto riguarda gli One Direction però è andata un po' diversamente.
Già perché, tenendo fra le mani questo “Fine Line” sembra abbastanza chiaro che la partita l'abbia vinta il buon Harry Styles. E ci dispiace un sacco per Zayn.
Se già il precedente "Harry Styles" richiamava ai grandi del rock (Bowie in testa) anche perché il giovane britannico è uno appassionato di musica coi chitarroni, pure questo ultimo album (uscito da una manciata di giorni) non nasconde i suoi altarini.
Più moderno (con quel pizzico di suoni retro-80s che va adesso) e un filo meno sosfisticato dell'altro (ma ci sta perché era la prova dell'esordio e non si poteva mica sbagliare) "Fine Line" è forse pure meglio riuscito. Già perché si sente uno Styles più sicuro di sé e in possesso della materia e a suo agio con il materiale.
Insomma, se il buon giorno si vede dal mattino...