Cerca e trova immobili
Ammirate l’iPhone 11 Pro, scegliete l’iPhone 11

CANTONEAmmirate l’iPhone 11 Pro, scegliete l’iPhone 11

18.10.19 - 11:00
Li abbiamo testati entrambi e, ancora una volta, la mela più gustosa è la meno cara
Tio/20min/Giordano
iPhone 11 a confronto: quale sarà il migliore?
iPhone 11 a confronto: quale sarà il migliore?
Ammirate l’iPhone 11 Pro, scegliete l’iPhone 11
Li abbiamo testati entrambi e, ancora una volta, la mela più gustosa è la meno cara

LUGANO - Li abbiamo testati per oltre una settimana e per il secondo anno consecutivo siamo convinti che il miglior iPhone, quello che meglio si adatta alle necessità del pubblico, non sia il modello più potente e caro, oggi l’iPhone 11 Pro, ma bensì l’iPhone 11. Dopo una settimana di utilizzo, e in attesa di scoprire cosa ci riserverà il 2020, possiamo cominciare a condividere le nostre opinioni su quelli che ci sembrano essere la logica evoluzione dei modelli presentati dodici mesi fa. Anche quest’anno, infatti, tra i due top di gamma vince il modello che potremmo definire “di compromesso".

A che Pro - Per la prima volta Apple ha deciso di utilizzare il suffisso PRO per un iPhone. Fino ad ora solo Mac, iMac e iPad potevano vantare una versione “professionale”. Ripensando a quanto scritto in occasione dei primi iPad Pro, ci sembra verosimile che alla base di questa scelta ci sia la stessa visione: quella di un prodotto di punta destinato ad una nicchia di mercato composta prevalentemente da chi ha necessità professionali (e quindi può giustificare un prezzo a livello di iPad Pro o MacBook Pro) e da coloro che possono permettersi un tale prezzo. Per queste ragioni siamo convinti che il prodotto più interessante sia in realtà l’iPhone 11. 
Fatte queste premesse proviamo però a comprendere cosa rende i gli iPhone 11 Pro e Pro Max “professionali”, fino a che punto sono superiori all’iPhone 11 e, soprattutto, se queste differenze giustificano l’investimento necessario per infilarli in tasca.

Ultra grandangolare - Rispetto allo scorso anno i tre nuovi iPhone hanno una fotocamera in più; una "ultra grandangolare” capace di registrare immagini di un’ampiezza mai raggiunta prima (120°). Questa nuova fotocamera (con apertura di ƒ/2.4 che la rendono equivalente ad un’ottica grandangolare da 14mm) è di per se la meno performante delle tre usate da Apple, ma è il modo in cui viene utilizzata e abbinata alle altre due a fare la differenza rispetto ai modelli precedenti. 
Le altre due ottiche poste sul retro sono una grandangolare composta da 6 lenti stabilizzate con distanza focale di 4.25mm e apertura di ƒ/1,8 migliorata nella rapidità e precisione della messa a fuoco e un nuovo teleobiettivo, anch’esso dotato di 6 lenti stabilizzate, con distanza focale di 6mm e l’apertura portata a ƒ/2. Tutte e tre le ottiche sono accompagnate da sensori di 12 MP.
Nei nuovi iPhone 11 Pro (e Pro Max) l’ultra grandangolare si aggiunge alle due fotocamere grandangolare e teleobiettivo (già sfruttate con successo lo scorso nei modelli di punta) offrendo una nuova interessante prospettiva (ma anche migliorando la qualità delle immagini in condizioni di poca luce).
Negli iPhone 11, invece, questa nuova lente accompagna l’ottica grandangolare. Rispetto agli iPhone XS non ci convince la scelta di sostituire il teleobiettivo con una ultra grandangolare. È chiaro che la ultra grandangolare, essendo la novità, gode di maggiore fascino nel pubblico e permette di migliorare la qualità delle immagini in alcune condizioni, ma anche se spesso risulta più facile avvicinarsi ad un soggetto (come farebbe un teleobiettivo), piuttosto che allontanarsi da esso, la perdita di qualità dello “zoom in” digitale ci sembra più penalizzante. La nuova fotocamera si dimostra invece molto efficace quando viene sfruttata per migliorare la qualità degli scatti fatti con la lente grandangolare. L’ultra grandangolare permette di registrare un’immagine più ampia, i dati in più possono venire sfruttati per correggere eventuali errori di inquadratura. Grazie al Machine Learning l’iPhone riesce a combinare i dati dei diversi sensori per migliorare non solo le fotografie ma anche i video. In un test effettuato abbiamo registrato un video di pochi secondi con la lente grandangolare escludendo espressamente il vero soggetto. In fase di modifica il software (avendo riconosciuto l’errore umano) ha permesso di cambiare l’inquadratura passando al flusso dati registrato dalla lente ultra grandangolare, riuscendo così ad includere anche il soggetto desiderato.

Modalità notturna - Durante la presentazione alla quale abbiamo assistito a Zurigo ci è stato spiegato che l’ultra grandangolare e il Machine Learning sono elementi centrali della nuova “modalità notturna”. 
Più che una vera e propria modalità, come per esempio è la modalità ritratto (la definizione dei contorni è molto migliorata, ma con ancora piccoli margini di miglioramento), si tratta in realtà di un’artificio software. Quando si vuole scattare un’immagine con scarsa luminosità si attiva automaticamente (volendo si può disattivare) la nuova funzione che propone un tempo di esposizione (modificabile manualmente) per effettuare lo scatto. Quando si scatta l’immagine le tre lenti registrano informazioni differenti riuscendo ad immagazzinare più luce rispetto al passato. Questi dati vengono processati istantaneamente e (grazie al Machine Learning e alla nuova CPU A13 Bionic) unite in un’immagine finale. Il risultato è notevole anche con l’iPhone 11 che, però, non disponendo del teleobiettivo, perde un po’ di dettagli nel caso di soggetti relativamente distanti. 
Avendo una lente in più il vantaggio del nuovo iPhone 11 nei confronti dell’iPhone XR sono facilmente comprensibili. L'utilizzo di più lenti ha però delle controindicazioni. Quando si registrano dei video e, avvicinando o allontanando la prospettiva, il sistema passa da una fotocamera all’altra si osserva ancora un “salto” causato da un inevitabile variazione della luce e dalla necessità di ricalibrare la messa a fuoco. Nonostante la velocità con cui avviene la transizione questa, in ambito professionale, non è certamente accettabile (lo è molto di più in un contesto familiare). La soluzione che ci è stata proposta, per ora è ancora solo una versione Beta, è l’App presentata anche durante la Keynote capace di registrare e mostrare, contemporaneamente, tutti e tre i flussi video. In questo modo si potrà, soprattutto in fase di post produzione, selezionare e variare le prospettive desiderate annullando di fatto il disturbo durante la transizione.

Non solo ottiche - Le novità contenute negli iPhone di quest’anno non sono solo legate al comparto fotografico. Ecco quelle che ci sembrano più interessanti: il nuovo processore A13 Bionic (del 20% più potente e del 30% più efficiente rispetto al precedente A12 Bionic), la capacità di collegarsi alle reti wi-fi e 4G di ultima generazione, il vetro che ne ricopre i due lati è più resistente agli urti e alle cadute e, per quanto abbiamo potuto osservare, meno soggetto alle ditate sul pannello posteriore (nel caso non utilizziate una cover). La lista potrebbe continuare includendo un sensore Face ID più rapido, ma ancora un po’ limitato sulla capacità di riconoscere i volti dalla superficie del tavolo e, soprattutto, la durata estesa della batteria. I risultati promessi alla Keynote (un’ora in più per l’iPhone 11 e 4-5 ore per i due modelli PRO) non li abbiamo ancora visti (forse a causa del grande utilizzo fatto in questa settimana e delle impostazioni di localizzazione e aggiornamento in background che abbiamo regolato in modo molto permissivo). Il fatto di arrivare comunque comodamente a fine giornata ci fa sperare che, una volta tornati nella normalità, si possa superare agilmente il tramonto. L’aumentata capacità della batteria è stata ottenuta, ci è stato spiegato, migliorando la composizione chimica della batteria, aumentandone leggermente le dimensioni (addio 3D Touch, benvenuto Haptic Touch) e migliorando, grazie ancora al Machine Learning, la gestione del processore riuscendo ad alimentare solo le parti realmente necessarie a svolgere le attività richieste e non l’intero processore.

Super Retina XDR - Rispetto allo scorso anno le dimensioni degli schermi dei due modelli top di gamma rimangono le stesse: 5.8 pollici per l’iPhone 11 PRO e 6.5 pollici per l’iPhone 11 PRO Max. Entrambi mantengono la densità a 458 ppi, ma la versione Max può vantare un numero di pixel decisamente maggiore (2688 x 1242). Rispetto al passato i nuovi XDR hanno una gamma dinamica migliorata, all’aperto raggiungono gli 800 nits di luminosità, garantendo sempre un’ottima visibilità, e il rapporto di contrasto arriva a 2’000’000:1. Per quanto riguarda l’iPhone 11 lo schermo rimane quello dello scorso anno: Liquid Retina HD con diagonale da 6.1 pollici e densità di 326 ppi.

Difetti - 5G e prezzi ci sembrano al momento i due maggiori difetti di questi nuovi prodotti. Anche se al momento la nuova rete è tutt’altro che completata ci sentiamo di dire che l’impossibilità di connettersi alle nuove antenne potrebbe in prospettiva rappresentare il maggior difetto di questi telefoni. Questo perché, siccome i prezzi sono ancora alti (per l’iPhone 11 con 64 GB di memoria si parte da 809.- CHF, per l’iPhone 11 Pro con 64 GB di memoria servono almeno 1199.- CHF mentre ne si parte da 1299.- CHF per l’iPhone 11 Pro Max con soli 64 GB di memoria), immaginiamo che chi dovesse decidere di acquistare oggi un nuovo iPhone probabilmente lo vorrà mantenere per almeno due o tre anni. In questo caso è probabile che in futuro dovrà rinunciare per molto tempo alla connettività ad altissima velocità promessa dalla rete 5G.

Verdetto - Dal punto di vista tecnico i due modelli Pro si fanno decisamente preferire, inoltre offrono due dimensioni che possono facilmente assecondare le esigenze e preferenze di quasi tutti. Se li vogliamo immaginare come prodotti per le masse il loro maggiore difetto rimane il prezzo. Quattrocento franchi di differenza (per i modelli base) sono molti e nella maggior parte dei casi non ci sembrano giustificati da quanto abbiamo visto in questi sette giorni. Se poi consideriamo che con la differenza tra l’iPhone 11 Pro Max e l’iPhone 11 ci si può comperare un iPad, ci sentiamo di prevedere che l’iPhone 11 possa avere molto più successo.
Le dimensioni ampie ma non eccessive dell’iPhone 11 lo rendono un’ottima scelta in quasi tutte le situazioni (mai troppo piccolo, mai troppo ingombrante). Pur se complessivamente meno performante lo schermo rimane di buona qualità in praticamente tutte le situazioni e, a nostro parere, nella visione di film non ha nulla da invidiare (facendocelo talvolta addirittura preferire) al pannello più performante, ma più piccolo, dell’iPhone 11 Pro. Le stesse considerazioni potremmo estenderle alla questione audi: il nuovo iPhone 11 suona decisamente potente e chiaro.
Nonostante i notevoli progressi rispetto al passato, l’iPhone 11 perde rispetto all’iPhone 11 Pro sostanzialmente solo nel pacchetto fotocamere. La qualità delle immagini è ottima, la fotocamera ultra grandangolare offre una grande flessibilità e permette interessanti giochi di prospettive ma, per quanto abbiamo provato e come abbiamo già spiegato, avremmo preferito l’accoppiamento con il teleobiettivo in stile iPhone XS e XS Max. Pensando a tutto il resto c’è poco da preoccuparsi: la potenza del nuovo A13 Bionic garantisce molta longevità e la batteria, anche considerando la perdita di efficienza, dovrebbe permettere di arrivare a fine giornata per almeno due o tre anni. 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE