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USIGabriele Basilico, un fotografo narratore della contemporaneità anche in Ticino

01.04.16 - 07:29
La mostra a lui dedicata è aperta fino all'8 aprile presso la Galleria dell'Accademia a Mendrisio
Gabriele Basilico, un fotografo narratore della contemporaneità anche in Ticino
La mostra a lui dedicata è aperta fino all'8 aprile presso la Galleria dell'Accademia a Mendrisio

MENDRISIO - La mostra dedicata a Gabriele Basilico e intitolata La progettualità dello sguardo si rivolge agli appassionati di fotografia in ambito urbanistico e architettonico, ed è aperta fino all’8 aprile presso la Galleria dell’Accademia a Mendrisio. La mostra presenta sessanta lavori del noto fotografo italiano ed è un’occasione per mettere a dialogo diversi suoi momenti della ricerca proprio sul tema del paesaggio antropizzato, disponendoli in tre sezioni distinte di cui due sono dedicate a importanti momenti di incontro dell’autore con il territorio del Cantone Ticino: un nutrito gruppo di fotografie tratte dal progetto del 1996 Monte Carasso: la ricerca di un centro. Un viaggio fotografico di Gabriele Basilico con Luigi Snozzi e un importante corpo di fotografie del 1997 dedicato al paesaggio del passo del San Gottardo inteso come arteria vitale tra Nord e Sud dell’Europa.

Con questa tipologia di iniziative l’Accademia di architettura mira non solo a promuovere la conoscenza di importanti maestri della fotografia di architettura e del paesaggio, ma anche per educare maggiormente al ‘saper vedere’, e dunque all’affinamento dello sguardo. Gabriele Basilico, in particolare, è un punto di riferimento per diverse generazioni di architetti urbanisti e paesaggisti, per via del suo contributo alla comprensione, all’interpretazione e all’ascolto dell’ambiente di vita contemporaneo. A fine ottobre 2010, a poca distanza dalla sua scomparsa avvenuta tre anni più tardi, Gabriele Basilico tenne una lezione all’Accademia di architettura a Mendrisio durante la quale delineò le tappe del proprio processo di avvicinamento, studente di Architettura, alla pratica fotografica, nel contesto culturale milanese, italiano ed europeo degli anni Sessanta, che furono anni di grande rinnovamento politico, sociale e culturale, confermando così anche la sua vocazione alla fotografia intesa come missione.

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