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CANTONEEducazione per i giovani: «I genitori sono liberi di scegliere?»

08.11.18 - 07:00
Una riflessione sul grado di libertà delle famiglie e sulla pressione che queste subiscono dall'esterno
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Educazione per i giovani: «I genitori sono liberi di scegliere?»
Una riflessione sul grado di libertà delle famiglie e sulla pressione che queste subiscono dall'esterno

Alcune sere fa ho avuto l'occasione di potermi intrattenere con un gruppo di genitori riuniti in assemblea. Il tema della serata era quello dello stress, del carico di attività – a volte davvero eccessivo – che viene messo sulle spalle di un numero di ragazzini sempre più cospicuo. Ad un certo momento il discorso è calato sull'inglese (ma si sarebbe potuto parlare benissimo della stessa cosa trattando il tema del calcio, o del violino o delle ripetizioni di matematica, e via dicendo). E, improvvisamente, è venuta alla superficie anche la questione della libertà, vale a dire del suo esercizio cosciente e consapevole.

Che c'entra? Beh… I genitori oggi sono liberi, e se si, in quale misura, di scegliere l'educazione che ritengono più adatta per i loro figli? Non sto certamente parlando di scuola pubblica o privata, o di diritto/dovere alle mense scolastiche. Mi riferisco ad altre scelte: in che misura è possibile oggi (ammesso e non concesso che allora lo fosse) costruirsi un itinerario scolastico, formativo, lavorativo che corrisponda alle proprie ambizioni e propensioni? Fino a che punto un adulto può scegliere, con i propri ragazzi, il tipo di formazione scolastica e professionale che maggiormente si addice al suo profilo di personalità? Oppure, per contro, quant'è forte la pressione che dall'esterno grava sulle famiglie e, di conseguenza, sui figli che queste devono allevare? Quant'e importante, allora e ai fini di una vita riuscita, l'inglese (o il violino, o il calcio o altro)?

Riflettere su questi temi significa prendere ancora maggiore coscienza del grado di libertà in cui oggi le famiglie (gli adulti in generale) si trovano in ambito educativo (e non solo). E detta consapevolezza rappresenta il primo passo verso un esercizio di libertà educativa maturo ed efficace.

Articolo di Ilario Lodi, Responsabile Pro Juventute Svizzera italiana

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