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SOLETTAMonastero dei Cappuccini: quattrocento anni di storia

09.02.22 - 22:56
Reportage all’insegna della storia, cultura e della gastronomia della città di Soletta
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Il tiglio secolare.
Il tiglio secolare.
Monastero dei Cappuccini: quattrocento anni di storia

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Reportage all’insegna della storia, cultura e della gastronomia della città di Soletta

SOLETTA - Il Monastero dei Cappuccini di Solothurn fu fondato nel 1588 e servì per secoli come luogo di studio dove i religiosi ricevevano la loro educazione teologica. Il modesto arredamento artistico francescano, che tuttavia include una nota pala d'altare di Gerard Seghers, e la vasta biblioteca non sono mai stati colpiti da saccheggi o dalla dissoluzione del monastero. Il monastero conobbe ancora una forte crescita della sua comunità nella prima metà del ventesimo secolo, ma dovette essere abbandonato nel 2003 per mancanza di membri. Quale uso servirà in futuro l'edificio, che è di proprietà del cantone di Solothurn, è ancora aperto.

La Riforma si diffuse per la prima volta nello stato federale di Solothurn. Tuttavia, dopo la “seconda pace di Kappel” nel 1531, iniziò una ricattolicizzazione che interessò tutto il cantone. Essendo una vecchia città cattolica, Soletta si trovò in una posizione difficile tra le città riformate di Basilea e Berna. La parte della città sulla riva sinistra dell'Aare apparteneva alla diocesi di Losanna, quella sulla riva destra alla diocesi di Costanza.

l convento dei Cappuccini, che ha quasi 430 anni, si trova a due passi dal centro storico. Oggi è un luogo vivace dove si svolgono numerosi eventi pubblici e privati, culinari e culturali. Quello che succede nel monastero cappuccino di Solothurn si basa su due principi: da un lato, le persone con disabilità sperimentano la reintegrazione nei processi lavorativi attraverso le loro attività nel monastero, e dall'altro, l'attività del monastero dà un contributo contro lo spreco di cibo trasformando il cibo non commercializzato da agricoltori o privati. L'offerta culinaria del convento dei Cappuccini è stagionale, regionale e molti ingredienti crescono nell'orto del convento. L'associazione Kapuzinerkloster sostiene le attività dentro e intorno al monastero.

Membro di questa associazione è anche Rolf Hasler, musicista e motivato promotore delle attività culturali. Sarà lui ad accompagnarmi attraverso il labirinto dei lunghi corridoi. Mi mostra orgoglioso la biblioteca (anche se oggi i libri si trovano all’archivio cantonale), il refettorio, la chiesa sconsacrata e, naturalmente, le celle. Anche il giardino, durante la bella stagione, rappresenta un’oasi di pace e riflessione.

«Da un semplice pasto da monastero ad un tradizionale menu domenicale, offriamo una vasta gamma di piatti – spiega Rolf Hasler-. In collaborazione con il nostro staff di richiedenti di asilo, creiamo buffet di ogni genere e gusto, con carne e persino vegano. Inoltre, il convento dispone di sale adatte per eventi e seminari fino a 150 persone. Siamo creativi e un importante ed amato punto di riferimento per la città e la regione. Durante la pandemia abbiamo proposto mostre e organizzato concerti “a distanza”».  Il merito dell’associazione, composta da numerosi volontari, è immenso. Il convento, di proprietà del Cantone, necessiterebbe di un progetto globale di ristrutturazione.

«Il nostro obiettivo è quello di mantenere in vita questa importante struttura, carica d storia e cultura. Dobbiamo con ogni mezzo evitare che si proceda alla vendita ad un gruppo alberghiero o immobiliare», conclude il mio interlocutore. Vi siete incuriositi? Allora, vi preannuncio due eventi in programma prossimamente: uno gastronomico con il “Treberwurstessen” previsto il 25 febbraio, mentre il 4 marzo avrà luogo un concerto intitolato “Chloster-Musigete”.

Rientrati nel centro storico e affamati? Vicino al fiume Aare c’è il ristorante “Vini al Grappolo”, originariamente una vinoteca è oggi un locale con specialità della cucina mediterranea. I menu proposti sono originali e per ogni palato.

Il mio reportage da Soletta non finisce qui: nel prossimo articolo salirò sulla montagna dei solettesi: il Weissenstein, un bellissimo balcone sopra il mare di nebbia. Seguitemi.

Testo a cura di Claudio Rossetti.


Questo articolo è stato realizzato da Progetti Rossetti, non fa parte del contenuto redazionale.
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