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LOCARNOPerché non fare una bella ciaspolata in montagna?

03.02.21 - 12:56
Nella natura più incontaminata, lontani dalle piste, le racchette la fanno da padrona
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Con passo felpato nella neve
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Perché non fare una bella ciaspolata in montagna?

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Nella natura più incontaminata, lontani dalle piste, le racchette la fanno da padrona

LOCARNO - Scivolare sui pendii innevati con le racchette da neve, sentire sul viso il sole scintillante, vivere la natura incontaminata? Un'esperienza intensa che può diventare rapidamente pericolosa senza regole di condotta alpine.

Sono finiti i tempi in cui le cime delle montagne innevate in inverno erano riservate agli scialpinisti. Le escursioni con le racchette da neve sono diventate, proprio in questo periodo di limitazioni legate al Covid, delle attività invernali molto popolari. Questo non è sorprendente, poiché gli escursionisti con le racchette da neve sperimentano la natura nella sua forma più pura e lontano da piste e sentieri affollati. Non dovete, in fondo, imparare a ciaspolare, non avete bisogno di attrezzature costose. Ma attenzione: proprio perché la ciaspolata è così meravigliosamente semplice, il vostro corpo è spesso sopravvalutato e il pericolo alpino spesso sottovalutato. A cosa deve fare attenzione un escursionista con le racchette da neve prima e durante il tour?

Fondamentalmente, oltre alla solita "attrezzatura invernale", avete bisogno di racchette da neve, bastoncini da trekking o da sci, buone mappe e possibilmente un dispositivo GPS o, meglio ancora, il telefonino con le varie applicazioni di soccorso (in particolare, quella della Rega). Se andate in una zona a rischio valanghe, anche per un breve periodo, è essenziale che abbiate con voi l'equipaggiamento completo da valanga (rilevatore di valanghe acceso, il famoso Barryvox), pala e sonda, materiale di primo soccorso, sacchetto da bivacco e un thermos con bevanda calda.

Anche coloro che non si avventurano in terreni a rischio valanghe dovrebbero concedersi un'introduzione alle valanghe, al meteo e all'orientamento (i club alpini e le scuole alpine offrono corsi). In inverno, i sentieri sono irriconoscibili e molti segnali non sono visibili. Soprattutto quando il tempo cambia, nella nebbia si può facilmente perdere l'orientamento. È qui che la conoscenza appropriata può salvare la vita. Avete sicuramente tutti già lette le ‘storie’ di coloro che per ore hanno camminato sul posto. Un dramma.

Se pensate di poter coprire in un giorno la stessa distanza in inverno come in un'escursione estiva, vi sbagliate. Il calcolo medio del tempo di marcia in estate è di 300 metri di altitudine e tre chilometri all'ora. Con le racchette da neve, dovete invece calcolare 200 metri di altitudine o due chilometri all'ora.

Le racchette da neve senza equipaggiamento da valanga sono consigliabili solo dove il terreno non è ovviamente soggetto a rischi. I terreni sotto i 20 gradi di pendenza sono generalmente considerati sicuri. I pendii più ripidi richiedono fiducia nell'interpretazione dei livelli di allarme valanghe. Attenzione: anche la foresta non è immune alle valanghe. Se c'è un pericolo di valanghe di livello 3 o superiore, è meglio rinunciare all'escursione.

Per una prima volta? Vi consiglio Cardada-Cimetta con il suo clima mite anche d’inverno e un panorama unico in qualsiasi stagione: dalla montagna locarnese si può ammirare al contempo il punto più basso della Svizzera, il lago Maggiore, e quello più alto, ovvero la punta Dufour. Potete imbarcarvi sulla cabina che in 5 minuti vi farà superare i 1'000 metri di dislivello fino a Cardada oppure salire a Brè in auto e procedere (per circa 30 minuti dal parcheggio – posti limitati) a piedi. Il tour fino a Cimetta (su comodo sentiero), per percorrere i 5 chilometri e i quasi 400 metri di dislivello, ci vorranno (senza la pausa takeaway) circa 3 ore.

 

Testo a cura di Claudio Rossetti


Questo articolo è stato realizzato da Progetti Rossetti, non fa parte del contenuto redazionale.
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