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AIROLOMostra “Top Secret: P26” al San Gottardo

10.07.19 - 09:12
Una nuova opportunità per scoprire lo storico museo sotterraneo
foto Press
Un segreto svelato al San Gottardo.
Un segreto svelato al San Gottardo.
Mostra “Top Secret: P26” al San Gottardo

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Una nuova opportunità per scoprire lo storico museo sotterraneo

AIROLO – Due musei in uno e un’esperienza unica al mondo, che permette di camminare per chilometri nel cuore delle Alpi in gallerie scavate durante la Seconda Guerra Mondiale.

Da una parte, il Museo Sasso San Gottardo guarda al passato recente, proponendo la visita alle fortificazioni militari del ventesimo secolo. Dall’altra ci proietta nelle sfide future della Svizzera (e del mondo) con i temi della meteorologia e del clima, nonché quelli della gestione sostenibile dell’acqua, della mobilità, dell’habitat, dell’energia e della sicurezza.

Senza dimenticare i meravigliosi cristalli delle Alpi: veramente un unicum!

Si è svolto domenica scorsa il vernissage della nuova esposizione temporanea "Top Secret: P-26" allestita al Museo Sasso San Gottardo. Il progetto offre la possibilità di fare un passo nel passato fino all’epoca della Guerra Fredda durante la quale aleggiava la grande paura di un’invasione del blocco comunista.

L'esistenza della P-26, un esercito segreto senza base legale e non sottoposto ad alcun controllo politico, era stata rivelata nel novembre 1990 dalla Commissione parlamentare d'inchiesta (CPI) istituita dopo lo scandalo delle schedature. Nel marzo 1992 la P-26 era stata dichiarata ufficialmente liquidata. L'allora capo di stato maggiore Arthur Liener aveva proceduto all'eliminazione degli arsenali clandestini. 

A quell’epoca si valutò l’eventualità che i servizi d’intelligence filosovietici compissero attività di spionaggio attivo in Svizzera, verificando strade, ponti e viadotti, realizzando mappe dettagliate per le loro truppe corrazzate e allestendo depositi segreti di materiali vari in territorio tedesco, difesi con trappole esplosive. Nel caso in cui la Confederazione venisse occupata in parte o del tutto dalle truppe del Patto di Varsavia, l’organizzazione segreta P-26 avrebbe fornito al Consiglio federale in esilio rapporti giornalieri sugli sviluppi della situazione. Una P-26 che avrebbe pure sostenuto la resistenza non violenta dei cittadini, documentato i crimini di guerra degli occupanti e svolto il ruolo di ultimo strumento democratico sotto dominio straniero totalitario.

Una situazione terribile della storia recente che non si è verificata ma che la mostra organizzata al Sasso del San Gottardo dà modo di scoprire nelle sue sfaccettature.

 

Testo a cura di Claudio Rossetti


Questo articolo è stato realizzato da Progetti Rossetti, non fa parte del contenuto redazionale.
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