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TargetGoogle riparte da MUM: quali conseguenze avrà il nuovo algoritmo

20.06.21 - 14:51
L’introduzione di un’intelligenza artificiale molto avanzata cambierà le regole del gioco in ambito SEO
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Google riparte da MUM: quali conseguenze avrà il nuovo algoritmo

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L’introduzione di un’intelligenza artificiale molto avanzata cambierà le regole del gioco in ambito SEO

Google è il motore di ricerca più utilizzato del mondo, uno strumento chiave sia per gli utenti che lo utilizzano per cercare informazioni, sia per i marketer che approfondiscono il suo funzionamento per favorirne il reperimento. Da sempre, infatti, Google detta le regole dell’ottimizzazione dei siti web, che gareggiano per aggiudicarsi le posizioni migliori attraverso la cura dei contenuti, della struttura, dell’autorevolezza.

Proprio per questa ragione, qualsiasi novità o cambiamento in esso scivola presto sotto la lente d’ingrandimento di tutti gli addetti ai lavori: ciò che cambia in questi meccanismi non si limita a migliorare l’esperienza degli utenti quotidiani, ma modifica il modo in cui gli addetti alla Search Engine Optimization devono approcciarsi allo strumento.

Proprio per questa ragione, la community di appassionati - e professionisti - del web marketing ha drizzato le orecchie quando, pochi giorni fa, l’azienda di Mountain View, negli USA, ha annunciato l’introduzione di un nuovo algoritmo: il MUM.

Vediamo insieme di cosa si tratta e che cosa potrebbe trasformarsi da adesso in poi.

 

Che cos’è l’algoritmo MUM?

MUM è un acronimo che sta per Multitask Unified Model, ed è il nome di un nuovo algoritmo elaborato sulla base dei risultati ottenuti dal BERT. Il “Bidirectional Encoder Representations from Transformers” è, infatti, il predecessore del MUM, ed era nato allo scopo di interpretare al meglio il linguaggio naturale e le sue sfumature, per offrire agli utenti dei risultati di ricerca il più possibile coerenti con le loro esigenze, espresse sotto forma di parole chiave.

Ebbene, secondo i suoi sviluppatori, il MUM sarà 1000 volte più potente rispetto al BERT: un numero di volte proporzionale a quello dei nodi della rete neurale che i tecnici hanno ideato ispirandosi alle sinapsi del cervello umano. Insomma, una vera e propria intelligenza artificiale.

Grazie a questo sistema di ultima generazione, il MUM sarà ancora più efficace del BERT nell’individuare i link giusti a fronte di una determinata query, anche se piuttosto complessa. Il vicepresidente di Google Search, Pandu Nayak, ha dichiarato che, al momento, un utente con esigenze più complicate della media è costretto a inserire fino a otto queries per arrivare finalmente a ottenere tutte le risposte che cerca. Il nuovo algoritmo si propone di limitare questo trend riducendo il numero delle ricerche e facendo risparmiare tempo all’utente, permettendogli comunque di trovare contenuti coerenti.

Il MUM è stato, inoltre, "addestrato" in oltre 75 lingue, affinché potesse metabolizzare al meglio le informazioni e i rapporti tra i vari idiomi, implementando questa competenza anche nella selezione dei risultati. Nayak ha portato un esempio emblematico a questo proposito: mettiamo caso che un utente voglia scalare il Monte Fuji dopo aver scalato il Monte Adams, e che desideri trovare le informazioni su come organizzarsi per farlo in una determinata stagione. Molte di queste potrebbero essere reperibili soltanto in giapponese, e potrebbero essere scovate soltanto, per l’appunto, effettuando delle ricerche in giapponese.

Qui entrerà in gioco il MUM: l’algoritmo, che conoscerà sia la lingua di partenza sia il giapponese, con tutte le sfumature del caso, sarà in grado di confrontare i vari contenuti più utili e di individuare link nella lingua prescelta che somiglino il più possibile alle informazioni che troveremmo in giapponese. Non si tratterebbe, quindi, di una traduzione diretta, ma di una selezione molto più precisa dei contenuti disponibili online.

 

Che cosa cambierà in ambito SEO?

Trovandosi di fronte a una tecnologia così raffinata e funzionale, non sono mancati i timori da parte degli esperti SEO: cosa cambierà per le tecniche di ottimizzazione? Saranno ancora necessarie?

Quest’ultimo quesito non è affatto scontato, in quanto il BERT, il MUM e tutti gli eventuali algoritmi futuri sono mirati proprio a offrire i risultati più affidabili nel minor tempo possibile. Se ciò verrà fatto automaticamente, a cosa servirà essere in grado di ottimizzare i siti web?

John Mueller, Webmaster Trends Analyst di Google, ha risposto a queste preoccupazioni quando interpellato in proposito su Reddit. Mueller è stato molto ottimista sul futuro ruolo della SEO e di chi se ne occupa, facendo notare che, nonostante la continua evoluzione degli algoritmi, le esigenze sono immutate, e basterà adattarsi alla piattaforma e alle sue novità.

Non rimane altro da fare, per noi del settore, se non studiare e capire nella pratica cosa cambierà in ambito strategico e come muoverci per promuovere al meglio la visibilità di aziende, attività, professionisti in cerca di un buon posizionamento.

 

Se fai parte di queste categorie, ti sarà sicuramente capitato di chiederti come ottenere i ranking migliori sulle ricerche Google per il tuo ambito. La soluzione esiste e il primo passo per ottenerla è semplicissimo: contattaci per una consulenza gratuita. Il nostro team sarà a tua disposizione per illustrarti il resto del sentiero che porta alla crescita online del tuo business.

 

Articolo a cura di Linkfloyd Sagl, agenzia di marketing e comunicazione in Ticino.


Questo articolo è stato realizzato da Linkfloyd Sagl, non fa parte del contenuto redazionale.
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