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Il grande ritorno (in studio) della Chocolate Watchband

STATI UNITIIl grande ritorno (in studio) della Chocolate Watchband

16.01.19 - 06:00
Si è fatto attendere a lungo il nuovo album di inediti della Chocolate Watchband: il 22 febbraio la storica band californiana darà alle stampe “This Is My Voice”
DIRTY WATER RECORDS
Da sinistra Alec Palao, Derek See, Dave Aguilar, Gary Andijasevich, Tim Abbott.
Da sinistra Alec Palao, Derek See, Dave Aguilar, Gary Andijasevich, Tim Abbott.
Il grande ritorno (in studio) della Chocolate Watchband
Si è fatto attendere a lungo il nuovo album di inediti della Chocolate Watchband: il 22 febbraio la storica band californiana darà alle stampe “This Is My Voice”

di Marco Sestito

LOS ALTOS (CALIFORNIA) - Non fu la band di riferimento soltanto per coloro (vedi, in primis, Chesterfield Kings e Fuzztones) che nel corso degli ‘80s, dando il via al garage revival, riscoprirono e riportarono in vita gemme misconosciute impresse dentro a microsolchi due decenni prima, tornando a scuotere mente e corpo di migliaia di giovani. La Chocolate Watchband è un punto fermo della storia del rock. Nonostante le numerose vicissitudini che ruotarono attorno al combo in sede di produzione nei ‘60s, culminate, allo scoccare del decennio successivo, nello scioglimento. Per poi giungere alla ripresa, sul finire degli anni Novanta, con una line-up pressoché in costante metamorfosi, ma regolarmente guidata dal vocalist Dave Aguilar e dal batterista Gary Andrijasevich, entrambi nelle fila gruppo già nel 1966, e tuttora in prima linea. E accanto ai quali, dal 2015, figurano Tim Abbott (chitarra) - che militò nella band nel 1967 -, Derek See (chitarra) e, infine, Alec Palao (basso), produttore, giornalista, consulente e archivista musicale, nonché “memoria storica” del garage rock.

A distanza di ben due decenni da “Get Away” (autoproduzione, 1999), tra poco più di un mese avremo per cui modo di tenere tra le mani - e al massimo volume nelle orecchie -, il nuovo album di inediti - il quinto - del combo. Anticipato lo scorso mese di giugno dai primi due singoli - “Judgement Day” e “Secret Rendezvous” -, “This Is my Voice” - in uscita in vinile, cd e digitale tramite la label britannica Dirty Water Records - raccoglie complessivamente undici tracce, di cui quattro cover, ovvero la zappiana “Trouble Everyday” (Mothers of Invention), “Desolation Row” (Bob Dylan), “Talk Talk” (Music Machine) e “Can’t Seem To Make You Mine” (Seeds).

Sulla base dei due singoli, così come della title-track - fruibile in streaming sulla pagina Bandcamp -, il gruppo non ha affatto perso i pezzi per strada: mantiene alta la guardia e costruisce strutture assolutamente degne di un glorioso passato, tra chitarre imbevute di fuzz e modulazioni pischedeliche.

Quanto a versi e strofe, Aguilar muove critiche sul «costante declino della società del nostro tempo», si legge nelle note della label. «Una società governata da un’élite capace di tenere in pugno le masse. Mentre noi, colmi di rabbia, ci schieriamo l’uno contro l’altro, urlando dentro un abisso. Quello della rete».

 

 

 

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