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Il cantautore britannico parla della depressione che lo ha attanagliato nel 1970
LONDRA - Paul McCartney rivela di aver trovato conforto nell'alcol dopo lo scioglimento dei Beatles, avvenuto nel 1970.
Il cantautore britannico ha infatti ammesso come dire addio ai suoi compagni di band lo gettò in uno stato di profonda depressione, che lo portò persino ad isolarsi dal resto del mondo e ad allontanare le persone a lui più care. «Ero sempre depresso - ha dichiarato McCartney a BBC Radio 4 - Tutti lo erano. Stavo tagliando i ponti con gli amici di una vita, non sapevo nemmeno se volevo continuare a fare musica. Così mi sono rifugiato nell'alcol, bevevo in continuazione. All'inizio mi è stato d'aiuto, ma poi non era affatto divertente. Non lavoravo, volevo tornare a fare qualcosa. Così ho fondato la band dei Wings».
Paul afferma di essere entrato in rotta di collisione con il resto dei Beatles, compreso il compianto John Lennon, a causa del manager, lo "squalo" Allen Klein, che avrebbe giocato un ruolo centrale nello scioglimento della band. «Dovevo lottare e dovevo lottare contro i miei compagni, la decisione peggiore della mia vita. Occasionalmente chiamavo John. Ricordo che gli dissi: "Dai fai come vuoi". E lui rispondeva: "No facciamo come vuoi tu"» ha detto McCartney, riuscito a ripristinare i rapporti con John Lennon prima del suo assassinio.
«Lo chiamavo per rompergli le scatole, lo prendevo in giro perchè stava prendendo l'accento americano e lui rispondeva con simpatia. Ce l'abbiamo messa tutta per sfondare e per far emergere la nostra musica. Quella era una cosa per cui gli ero grato e fortunatamente siamo tornati a parlarci prima della sua morte. Se ciò non fosse avvenuto, sarebbe stato davvero difficile convivere con quel ricordo. È stato difficile lo stesso ma almeno ci siamo lasciati in buoni rapporti».
