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I robot che si credono uomini di un videogioco che si crede un film

GAMESI robot che si credono uomini di un videogioco che si crede un film

06.06.18 - 06:00
Con il suo "Detroit: become human", David Cage e Quantic Dream puntano più in alto del solito ma finiscono con il perdersi un po' per strada
Sony/Quantic Dream
I robot che si credono uomini di un videogioco che si crede un film
Con il suo "Detroit: become human", David Cage e Quantic Dream puntano più in alto del solito ma finiscono con il perdersi un po' per strada

PARIGI - C'è stato un momento nella loro storia in cui i videogiochi non sapevano bene che strada prendere, se andare dietro al cinema oppure farsi i fatti suoi e puntare il tutto sul ludere. Alla fine, almeno per un po', ha vinto la via di mezzo. Questo non vuol dire che non ci sia chi, con gli estremi, ci abbia sperimentato.

Game fa rima con film? - Fra questi ci sono anche i francesi David Cage e Guillaume de Fondaumière che, con la loro Quantic Dream, hanno sempre ambito a portare il videogioco il più vicino possibile all'esperienza cinematografica. Meno gameplay, più narrazione, più scelte e più vita vissuta. Nelle loro opere - nel dubbio conviene usare questo termine - anche farsi la doccia, cucinare o pulire sono azioni degne di essere compiute (a suon di joypad).

Come con un kolossal - Ma non pensate per forza a prodotti noiosi o forzatamente d'autore, i giochi di Quantic Dream hanno una spiccata vena hollywoodiana da film di cassetta con pregi e difetti di sorta. Da "Fahrenheit" passando per "Heavy Rain" fino a "Beyond: Two Souls", l'azienda francese ha sempre proposto storie relativamente mainstream condite da un pizzico di fantascienza e/o occultismo. Al giocatore non solo il compito di navigarle ma anche di deciderne il finale con le sue azioni.

Nei panni di tre androidi - Non si discosta poi molto dal canone anche questo recentissimo "Detroit: become human" ambientato in un futuro prossimo venturo proprio nella celebre Motor town Usa, simbolo non solo delle due velocità degli States - fra centri metropolitani scintillanti e periferie fatiscenti - ma anche di rivendicazioni civili. Protagonisti 3 androidi le cui storie finiranno per intrecciarsi in una presa di coscienza corale di un'umanità digitale assai bistrattata.

L'umanità digitale - "Detroit" rispolvera quindi una tematica cara alla fantascienza, quella delle A.I. e dell'anima sintetica, esplorata da tantissimi racconti, serie e pellicole. Il taglio scelto da Quantic non è particolarmente innovativo ma riesce comunque a coinvolgere il videogiocatore. Attraverso le vicissitudini della balia Kara, del badante Markus e l'agente di polizia Connor, vivremo sulla nostra persona la vita da cittadino di seconda (se non terza) classe.

Occhio con la leggerezza - Se da una parte questa chiave di lettura, diciamo più sociale, funziona dall'altra comincia un po' a farci storcere il naso quando inizia a prendere la piega della crociata per i diritti civili. Una tematica delicata che il gioco di Quantic Dream affronta con eccessiva leggerezza e superficialità soprattutto in un presente come quello contemporaneo. Un po' di delusione, inoltre, per l'ennesimo pessimo trattamento di una protagonista femminile (Kara) che il team francese - come ormai di consueto - infila in situazioni al limite del sadismo.

Impianto tecnico d'assalto - Parlando invece di aspetto tecnico, bisogna dire che l'opera francese mostra muscoli poderosi con modelli dettagliatissimi e iperrealistici - che godono del motion capture "di casa" - così come curate scenografie. Il tutto dà il meglio di sé se si ha una PS4 Pro e un televisore all'altezza delle aspettative. Molto curato anche tutto l'impianto sonoro, dal doppiaggio agli effetti sonori.

Molte scelte, e pesanti - Per quanto riguarda invece alle meccaniche vere e proprie al giocatore non sarà poi richiesto chissa ché, se non di esplorare gli ambienti in cerca di indizi (che possono modificare lo svolgersi della storia) e di prendere scelte più o meno sostanziali. Ogni sezione delle avventure del nostro robotico trio potrà terminare in maniera assai differente a dipendenza delle singole azioni intraprese. Per farvi un'idea del tipo di complessità di cui stiamo parlando c'è un esempio abbastanza esaustivo nella gallery qui sopra.

Vi piacerà se siete riflessivi - In definitiva è da comprare oppure no? Dipende da che tipo di giocatori siete e cosa volete da un videogame: immersione ed esperienza oppure azione e adrenalina? Se preferite le prime due "Detroit" per voi sarà una manna. Altrimenti cercate pure altrove.

VOTO: 7,5

"Detroit: Too Human" è disponibile in esclusiva per Playstation 4.

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