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GAMESI am Setsuna: nostalgia canaglia

10.08.16 - 12:32
Un gioco di ruolo giapponese «come quelli degli anni '90» nel 2016 può funzionare? Square Enix ci crede, il pubblico (forse) un po' meno
Square Enix
I am Setsuna: nostalgia canaglia
Un gioco di ruolo giapponese «come quelli degli anni '90» nel 2016 può funzionare? Square Enix ci crede, il pubblico (forse) un po' meno

TOKYO - È bello ricordare con piacere i giochi che ci hanno reso felici da bambini. Lo sappiamo noi e lo sa anche chi i prodotti per il nostro divertimento (di oggi) li realizza. Non è quindi un caso che "Stranger Things" di Netflix, serie che prende tantissimo dai prodotti "fantastici" del cinema degli anni '80, sia praticamente il telefilm dell'estate. E i videogames potevano essere immuni dall'effetto nostalgia? Assolutamente no.

I bei jrpg dei tempi andati -  "I am Setsuna" videogioco di ruolo giapponese (jrp, in gergo) realizzato da uno studio indipendente per il colosso dell'editoria elettronica nipponica Square Enix è un sentito hommage ai titoli che hanno reso grande un genere che ormai, possiamo proprio dirlo, non esiste quasi più. «Quanto erano belli i Final Fantasy per Playstation...», capita spesso di sentire dagli amici videogiocatori di lunga data e che sugli episodi VII, VIII e IX ci hanno perso decine di ore della loro infanzia/adolescenza. Poi, lo sappiamo tutti, la serie che per antonomasia rappresentava un genere ha fatto tutto il possibile - e c'è chi giura pure troppo - per reinventarsi. Risultato? Non pochi si sono sentiti traditi.

Tradizione innanzitutto - Il ristretto team di Tokyo RPG Factory per il suo "I am Setsuna" (disponibile PS4 e PS Vita) ha pensato proprio a loro realizzando un prodotto che non avrebbe sfigurato a cavallo fra i '90 e il '00 magari su Super Nintendo (ve lo ricordate?) e la prima Playstation. Elementi-chiave della ricetta rigorosamente tradizionale? Visuale dall'alto, combattimenti a turni con elementi ben più che familiari, immense mappe da esplorare, un cast variegato (ma non troppo) e una storia-canovaccio nella quale le scelte del giocatore contano ben poco.

Tragici destini - La trama in breve: Endir, giovane mercenario in erba, viene incaricato da un uomo misterioso di assassinare Setsuna ragazzina afflitta già da un triste destino. La giovane, infatti, è stata scelta come periodico agnello sacrificale da inviare al nord per placare un'orda di mostri sempre pronta all'invasione. I due finiranno per unire le forze e, nel loro viaggio verso l'ineluttabile destino verranno accompagnati da un manipolo di prodi. Le sorprese poi (anche se non così eclatanti), si sprecheranno.

Un tesoro per appassionati - Ma al di là della polvere (di bit), il titolo merita? Sì, anche se ben poco potrà dare a chi non fa parte del target dichiarato. Particolarmente degno di nota l'impianto audio-visivo che, come altri titoli nipponici, strizza volentieri l'occhio all'animazione giapponese di qualità (chi ha detto Studio Ghibli?). La scrittura, volutamente stereotipata (è pur sempre un "pastiche"), seppur composta da torrenziali dialoghi non affossa il ritmo generale e la trama si srotola con agio.

Preparatevi al "grind" - Se sarete abbastanza coraggiosi da tuffarsi nel mondo di "I am Setsuna" siate consapevoli di una cosa: ci sarà da "grindare", ovvero affettare tanti mostri per salire di livello e "adeguarsi" alla difficoltà degli scontri con i boss. Roba, quindi, per chi è di animo forte e ha diverso tempo per le mani. La lunghezza del tutto, però, non è esagerata (se siete abituati a titoloni da 400 e più ore, ci rimarrete male) e questo - a parer mio - non è affatto un male. 

Per ora non ha venduto benissimo - Insomma, pur essendo un'operazione nostalgia, il figliolo di Tokyo Rpg Factory ha decisamente un cuore. Peccato che le vendite non siano andate proprio a gonfie vele (in patria ha spostato "solo" 60mila copie) e l'azienda sia sprofondata nelle cifre rosse per svariati milioni (di yen). Che l'occidente possa aiutare a invertire la tendenza?

VOTO: 8

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