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AvanTIUna casa stampata in 3D riciclabile al 100%

04.01.23 - 08:00
Realizzato un prototipo di casa stampata in 3D con un materiale composito fatto di legno macinato in segatura.
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Una casa stampata in 3D riciclabile al 100%
Realizzato un prototipo di casa stampata in 3D con un materiale composito fatto di legno macinato in segatura.

Nel campus Orono dell’Università del Maine è stato realizzato un prototipo di casa di 600 piedi quadrati riciclabile al 100%. La casa è stata costruita con del legno macinato in segatura e poi mescolato con agenti rinforzanti e leganti per formare un materiale composito che è abbastanza soffice da passare attraverso il tubo di una stampante 3D. Il progetto si chiama BioHome3D ed è stato guidato dall’Advanced Structures and Composites Center (ASCC) dell’Università del Maine, finanziato dal programma Hub and Spoke del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti e comprende come partner MaineHousing e il Maine Technology Institute.

A differenza di molte case stampate in 3D, che vengono realizzate in loco nella loro posizione finale, BioHome3D è stato stampato fuori sede in quattro moduli separati, quindi spostato nel campus universitario e assemblato in mezza giornata. Un’altra caratteristica che lo distingue dai suoi predecessori è che è stato tutto stampato in 3D, tranne le finestre e la porta. «A differenza delle tecnologie esistenti, è stato stampato l’intero BioHome3D, inclusi pavimenti, pareti e tetto. I biomateriali utilizzati sono riciclabili al 100%, quindi i nostri pronipoti possono riciclare completamente BioHome3D», ha affermato Habib Dagher, direttore esecutivo di ASCC.

BioHome3D è molto simile a qualsiasi altra piccola casa o appartamento. Ha una cucina a pianta aperta, un soggiorno e una zona pranzo con pareti in legno scanalato, una camera da letto che può fungere anche da ufficio e un bagno piastrellato. Una volta che i suoi moduli sono stati assemblati, ci sono volute solo due ore e un elettricista per far funzionare l’alimentazione. Dagher e il suo team dell’ASCC hanno svolto ricerche sui biomateriali ingegnerizzati per 20 anni e hanno assicurato che la casa soddisfa tutti i requisiti di costruzione, siano essi strutturali, di antincendio o tossicità. Il prototipo è inoltre dotato di sensori per monitorare i dati termici, ambientali e strutturali, così da verificare nei prossimi anni come la casa potrà reggere ai rigidi inverni del Maine oppure se sarà trasferibile ad altri climi.

I ricercatori hanno scelto la segatura come base per il loro materiale di stampa perché è organico, ma soprattutto perché il Maine, stato boscoso e storicamente ricco di segherie e cartiere, ne ha in eccedenza. Ma se le cartiere hanno attraversato tempi di crisi poiché i documenti cartacei sono passati per lo più sul digitale, le segherie esistono ancora ma non possono più cedere tanta segatura residua e altri sottoprodotti da trasformare in carta. «Nella nostra regione, ogni anno vengono generate circa 1.000 tonnellate di residui di biomassa. Ci siamo chiesti, potremmo stampare una casa con quel materiale?», ha spiegato Dagher.

Il suo team ora spera di costruire un impianto di produzione per creare molte altre case tipo BioHome3D, con l’obiettivo di realizzare un’intera abitazione in soli due giorni, non limitandosi solamente alla loro regione. «C'è un grande potenziale non solo per risolvere una crisi nel Maine, ma anche per aiutare a risolvere la crisi degli alloggi a livello nazionale», ha concluso Dagher.

 

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