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AvanTIAlla ricerca della vita su Venere

21.09.22 - 08:00
La missione Venus Life Finder lancerà una sonda nell’atmosfera del pianeta per cercare tracce di materiale organico
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Alla ricerca della vita su Venere
La missione Venus Life Finder lancerà una sonda nell’atmosfera del pianeta per cercare tracce di materiale organico

Venere è stato definito il pianeta gemello della Terra per dimensioni e massa, ma presenta delle caratteristiche insostenibili per la vita a causa di temperature caldissime, una pressione schiacciante, piogge acide e un’atmosfera altamente tossica. Nonostante ciò, diversi scienziati sostengono che nelle sue nuvole, molto in alto, ci potrebbero essere le condizioni favorevoli per la presenza di materiale organico.
A questo proposito, la missione Venus Life Finder (VLF) si propone di scoprire appunto il potenziale di vita nell’atmosfera di Venere. La missione è stata definita alla fine dell’anno scorso e si dividerà in tre fasi. Al progetto, finanziato soprattutto da Breakthrough Initiatives, stanno partecipando diversi scienziati del Massachusetts Institute of Technology (MIT) e ingegneri di Rocket Lab, un’azienda statunitense privata di produzione di razzi spaziali e servizi di lancio.
La prima missione è prevista per il maggio del 2023 e dovrebbe portare al lancio di una piccola navicella spaziale con il razzo Electron di Rocket Lab. Questa navicella, Denominata Photon, trasporterà una sonda nell’atmosfera di Venere con lo scopo di analizzare quello che c’è all’interno delle nuvole che circondano il pianeta. In appena 3 minuti, la sonda raccoglierà diverse tipologie di dati dall’atmosfera venusiana utilizzando il metodo della fluorescenza, ovvero emettendo fasci di luce ultravioletta sulle goccioline e sulle particelle presenti nelle nuvole con l’obbiettivo principale di cercare eventuali molecole organiche, segno di possibile vita microbica.
La seconda missione VLF utilizzerebbe un pallone areostatico con agganciata una sonda che arriverebbe nell’atmosfera del pianeta galleggiando ad un’altitudine di circa 50 chilometri. Il pallone potrebbe liberare attraverso lo strato di nubi una serie di altre piccole sonde che potrebbero raccogliere dati sull’ambiente più in basso. La tecnologia di questa missione includerebbe uno spettrometro per cercare gas specifici, nonché un sistema in grado di rilevare la presenza di metalli e un sensore di pH estremamente sensibile.
La terza e ultima missione sarebbe quella più ambiziosa. Un altro pallone-sonda, infatti, raccoglierebbe campioni dell’atmosfera di Venere, all’incirca un litro di gas, e includerebbe anche un razzo per riportare il campione sulla Terra così da essere studiato direttamente dai migliori strumenti in laboratorio. Il finanziamento della seconda e della terza missione però non è assicurato. Molto dipenderà dal successo della prima missione e se la sonda riuscirà a trovare caratteristiche interessanti o segnali che possano far pensare alla presenza di molecole organiche.
Ad ogni modo, se il prossimo anno il team VLF riuscisse a far decollare la sua prima missione sarebbe comunque un risultato importante e se questa trovasse tracce di molecole organiche nell’atmosfera di Venere sarebbe sicuramente una scoperta davvero straordinaria.

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