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AvanTII volti deepfake creano più fiducia di quelli reali

30.03.22 - 08:00
Secondo uno studio le persone credono che le facce create dall’Intelligenza Artificiale siano più vere di quelle reali.
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I volti deepfake creano più fiducia di quelli reali
Secondo uno studio le persone credono che le facce create dall’Intelligenza Artificiale siano più vere di quelle reali.

Una ricerca congiunta del Department of Psychology della Lancaster University (UK) e del Department of Electrical Engineering and Computer Sciences dell’Università di Berkeley, in California, ha indagato l’impatto dell’Intelligenza Artificiale sul meccanismo cognitivo che porta l’essere umano a fidarsi di più dei volti deepfake rispetto a quelli reali. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences).

La dottoressa Sophie Nightingale dell’Università di Lancaster e il professor Hany Farid dell’Università di Berkeley hanno condotto dei test in cui è stato chiesto ai partecipanti di riconoscere la differenza tra i volti reali e quelli creati artificialmente dalla rete generativa avversaria StyleGAN2, sviluppata dai laboratori di Nvidia, così come il livello di fiducia che queste immagini suscitavano. I ricercatori hanno utilizzato l’AI per generare 400 volti falsi, equamente suddivisi per genere ed etnia. A ognuno di questi volti sono stati abbinati 400 volti reali di persone esistenti nella realtà, estratti dal database utilizzato per allenare la GAN.

Nel primo test, è stato chiesto a 315 partecipanti di classificare 128 volti da un totale degli 800 come reali o falsi. La loro percentuale di precisione è stata del 48%. Nel secondo test, a 219 nuovi partecipanti è stato chiesto di eseguire lo stesso compito, ma questa volta previa formazione e feedback iniziale. L’accuratezza media registrata è leggermente migliorata fino al 59%. Nell’ultimo esperimento, a 223 individui è stato chiesto di esprimere un giudizio, dopo un’esposizione di qualche secondo, su un tratto come l’affidabilità dei 128 volti estratti dalla serie degli stessi 800, senza conoscere nulla delle persone alle quali i volti appartenevano. Da una scala di voti da 1 (molto inaffidabile) a 7 (molto affidabile), la valutazione media complessiva per i volti reali è stata di 4,48 inferiore alla valutazione dei volti sintetici, ritenuti del 7,7% più affidabili.

In sintesi, guardando le immagini utilizzate durante i test in tema di deepfake e percezione del falso, è emerso che i volti generati per mezzo dell’AI sono praticamente indistinguibili dai volti reali. Inoltre, a livello di percezione visiva, sono stati giudicati più affidabili rispetto ai secondi. La ragione, secondo i ricercatori, è che probabilmente i volti deepfake possiedono, nell’insieme, caratteristiche più vicine alla  «normalità media», privi di eccessi e di tratti peculiari, e tale senso di normalità li fa percepire come immagini rassicuranti e che ispirano fiducia. Le immagini reali, invece, appaiono meno omogenee proprio perché vere, rispondenti a persone esistenti nella realtà, e che pertanto presentano aspetti unici, personalissimi e, per questo, non replicabili.

A preoccupare gli autori è l’aspetto psicologico alla radice di questa percezione, cioè il fidarsi di qualcosa che non esiste semplicemente perché alla vista appare omologato alla realtà, conforme a modelli acquisiti. Questo, se usato con intenzioni sbagliate, può arrecare danno ai singoli soggetti e alla società. Inoltre, in un mondo digitale in cui tutto può essere oggetto di falsificazione, il pericolo è che anche la realtà, soprattutto se scomoda, possa essere messa in discussione.

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