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AVANTIEmbrioni modificati geneticamente con il metodo CRISPR per prevenire la sordità

05.11.19 - 08:00
Lo scienziato russo Denis Rebrikov ha informato della possibilità di utilizzare la tecnologia CRISPR per ottenere embrioni privi di una mutazione genetica che rende i nascituri sordi
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Embrioni modificati geneticamente con il metodo CRISPR per prevenire la sordità
Lo scienziato russo Denis Rebrikov ha informato della possibilità di utilizzare la tecnologia CRISPR per ottenere embrioni privi di una mutazione genetica che rende i nascituri sordi

A giugno, il genetista russo Denis Rebrikov aveva dichiarato sulle pagine della rivista Nature di progettare di lavorare su embrioni geneticamente modificati da impiantare nel ventre di madri sieropositive per evitare la trasmissione dell’HIV. Soltanto qualche settimana dopo, lo stesso Rebrikov ha affermato a New Scientist di aver trovato cinque coppie di genitori russi desiderosi di lasciarlo modificare geneticamente i loro embrioni per una ragione ben precisa, ovvero per impedire alla prole di ereditare la sordità dei genitori.
Ogni coppia di genitori che si è offerta di sottoporsi allo studio di Rebrikov, infatti, è affetta dalla mutazione del gene GJB2 che rende sordi. Quando due persone con questa mutazione si riproducono è garantito che il bambino nascerà sordo. Utilizzando la tecnologia CRISPR per modificare una copia del gene GJB2 in un embrione fecondato in vitro, Rebrikov ritiene di poter soddisfare i desideri dei genitori di avere un figlio biologicamente non sordo.
Questa storia fa subito pensare al controverso caso cinese dello scienziato He Jiankui, il primo ad aver scosso il mondo annunciando nell’autunno del 2018 la nascita di due gemelle geneticamente modificate con la tecnica CRISPR. Jiankui aveva cercato, molto probabilmente non riuscendoci, di indurre mutazioni che proteggono dall'HIV mediante la modifica genetica degli embrioni IVF da coppie in cui l'uomo è sieropositivo. Tale lavoro era stato criticato dalla comunità scientifica per molte ragioni, una delle principali è che non è necessario ricorrere a una procedura sperimentale così rischiosa per impedire a questi uomini di infettare i propri figli con l'HIV.
La differenza tra lo studio di Rebrikov e quello di Jiankui è che l’uso del CRISPR da parte del biologo molecolare russo è potenzialmente più giustificabile di quanto non lo sia il tentativo, peraltro inutile, di prevenire l’HIV. Inoltre, mentre Jiankui aveva perlopiù lavorato in segreto fino all’annuncio dello scorso anno, Rebrikov ha finora preferito comunicare le proprie intenzioni. Non a caso, proprio di recente, cioè il 17 ottobre, Rebrikov ha inviato una mail a Nature nel quale chiarisce su cosa stia effettivamente lavorando e dichiara che non ha intenzione di muoversi senza l’approvazione delle autorità.
Nello specifico, Rebrikov ha affermato che al momento solo una delle coppie ha cominciato la procedura e che il lavoro riguarda soltanto ovuli provenienti da una donna udente. Le intenzioni sperimentali sono quelle di studiare i rischi e le conseguenze di possibili mutazioni off-target, cioè non volute ma generate dall’editing genetico. In effetti, uno dei problemi del CRISPR potrebbe essere quello di bambini con mosaicismo, un mix di cellule modificate e non modificate. A tal proposito, Rebrikov risponde che: «Sfortunatamente, l’impossibilità di una completa analisi dell’embrione non ci renderà mai del tutto sicuri dell’assenza di mosaicismo. Ma statisticamente, negli esperimenti, è possibile mostrare la percentuale di mosaicismo o la sua assenza».
Ad ogni modo, le ricerche di Rebrikov hanno finora avuto il permesso di proseguire, ma al momento per le autorità russe non si può uscire al di fuori del laboratorio e procedere alla fecondazione assistita con questi ovuli. Il Ministero della Salute russa, infatti, ha fatto ufficialmente sapere che considerano prematuro pensare a bambini nati da ovuli modificati con il CRISPR e che respingeranno qualsiasi richiesta di permesso per impiantare embrioni geneticamente modificati. Tali preoccupazioni sono condivise anche dalla comunità scientifica internazionale, che evidenzia come l’editing genetico con il CRISPR, benché promettente, in base alle attuali conoscenze può generare rischi ancora poco noti.
Inoltre, alcuni sostengono che la sordità sia una condizione che non vada affatto trattata. Questo perché non la considerano una disabilità, né tantomeno un disturbo potenzialmente letale, anzi ritengono che la sordità sia una vera e propria cultura. Molte persone non udenti, in effetti, vivono una vita piena e salutare e, d’altro canto, alcune di queste vorrebbero che i loro figli ereditassero la stessa condizione al fine di preservare culture che sono uniche. I rischi del procedimento CRISPR, poi, non sono stati certamente affrontati e non esiste un modo provato per garantire che i bambini modificati dai geni non presentino mutazioni indesiderate o che tutte le cellule del corpo dei bambini dispongano del gene corretto.
Nel frattempo, proprio per salvaguardare da tali rischi, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato un registro internazionale di tutte le ricerche che stanno lavorando con il CRISPR e ha incaricato un comitato di elaborare delle linee guida condivise per le legislazioni nazionali in materia di editing genetico, soprattutto dopo il caso cinese. Lo stesso Rebrikov ha affermato di non voler muovere un solo passo fuori dai permessi ministeriali e dai limiti fissati per legge. Ha comunque riferito nella sua mail a Nature che: «Le leggi sono scritte per essere cambiate. Non appena dimostreremo la sicurezza di questa tecnica, le regole cambieranno».

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