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TEST DRIVEPorsche 911 Carrera S Cabriolet, l’ottava meraviglia

11.09.19 - 09:00
L’ultima generazione celebre 911 non tradisce le aspettative più elevate: ancor più progressiva ed accessibile, conserva il carattere puro del motore posteriore a sbalzo. Curatissimi capote e comfort.
Porsche 911 Carrera S Cabriolet, l’ottava meraviglia
L’ultima generazione celebre 911 non tradisce le aspettative più elevate: ancor più progressiva ed accessibile, conserva il carattere puro del motore posteriore a sbalzo. Curatissimi capote e comfort.

Ci sono modelli che rappresentano la storia stessa di una marca e la 911 ne è a buon diritto una delle rappresentanti più in vista, identificandosi idealmente con Porsche stessa. Normale attendersi ogni sforzo per ottenerne il massimo ad ogni evoluzione, come nel caso di questa ottava generazione, che ha iniziato giusto in questi ultimi mesi il suo percorso di commercializzazione. La versione di prova è una fiammante Carrera S a due ruote motrici con carrozzeria Cabriolet (da 175'600 CHF), completata da un ricco corredo di opzioni tecniche per apprezzarne tutte le qualità dinamiche; resta giusto da vedere quanta “cattiveria” le è rimasta in corpo rispetto alle moderne esigenze di comfort e versatilità.

Design scolpito e meccanica raffinata: l’ultima 911 è curatissima…
Sottopelle, intanto, pulsa il consueto ed imprescindibile sei cilindri boxer, evoluzione del già conosciuto 3.0 litri biturbo: aggiornato in profondità, pressoché in ogni suo componente, eroga qui 450 cavalli con una robusta coppia di 530 Nm a partire da 2300 giri fino a 5000, mentre la trasmissione può contare sul differenziale posteriore autobloccante con gestione attiva della spinta Torque Vectoring Plus e cambio doppia frizione PDK a otto rapporti. Equipaggiamento aggiuntivo costituito, tra gli altri, da sterzata integrale, sospensioni regolabili e pacchetto Sport Chrono. Il design è quello inconfondibile di sempre, ulteriormente levigato ed affinato; spiccano gli archi passaruota posteriori, maggiorati su tutte le versioni con larghezza portata a 1,85 metri, i “fianchi” stretti all’altezza delle portiere e naturalmente l’irresistibile coda con sottile fascia luminosa a tutta larghezza, che firma le Porsche ultima generazione. La capote spicca per altrettanta cura costruttiva, nella sua notevole ma solo apparente semplicità; oltre ad assicurare un isolamento acustico di pregio, presenta un’esclusiva costruzione con centine di supporto superficiali che permettono di conservare la medesima bombatura del tetto della Coupé garantendo i conseguenti benefici aerodinamici; il movimento di apertura e chiusura è idraulico con telaio in alluminio e magnesio e richiede appena 12 secondi per la conversione a sua volta attuabile – come in passato – anche in movimento fino alla velocità di 50 km orari. Altrettanto degno di nota l’originale deflettore ad azionamento elettrico, fissato ad una staffa tenditrice che crea una “L” di stoffa verso i passeggeri anteriori. A vettura chiusa, la Cabriolet conserva inoltre un’aerodinamica di tutto rispetto, con coefficiente di penetrazione di appena 0,30. Presente il roll-bar protettivo in caso di ribaltamento dell’auto, la cui struttura interna serve anche da irrigidimento e che fuoriesce in posizione non appena il sistema di monitoraggio rileva la criticità del movimento della vettura.

L’auto è più “facile”, ma c’è ancora spazio per il vero carattere 911?
In marcia. Il caratteristico rombo a bassa tonalità del boxer è filtrato ma ben presente, mentre l’auto scorre docile ad andatura normale: la nuova 911 si lascia condurre con ulteriore fluidità nel traffico, pronta però a scattare non appena ne sorge la voglia o la necessità. Tra l’altro, con il pacchetto Sport Chrono, è di serie la rotella sul volante di attivazione rapida delle modalità di marcia, con pulsante per accesso immediato e temporizzato (20 secondi) alle regolazioni dell’auto che permettono le massime prestazioni, comodissimo ad esempio per velocizzare un sorpasso. Il consueto mordente è subito ben presente, con valvola allo scarico che libera un po’ più di “voce” – un volume ancor più alto non darebbe fastidio – e la consueta, caratteristica reattività quasi rabbiosa alla pressione dell’acceleratore nella seconda metà del regime utile; il taglio arriva a 7500 giri, lasciando tuttavia sognare un “urlo” ancor più aggressivo. Che con tutta probabilità sarà riservato alle future versioni più performanti, a gamma completata. Lo scatto da fermo è in ogni caso del tutto incisivo, ben al di sotto dei 4 secondi per raggiungere i 100 km orari (3,7 secondi per la precisione) richiedendo solo 12,8 secondi per toccare quota 200 km/h. E velocità massima largamente sufficiente anche in caso di autostrade tedesche deserte: 306 km/h. Ma sono le curve a dettare le qualità di telaio ed il carattere dinamico dell’auto, ed ecco emergere cristallino il classico comportamento 911, giostrando di appoggio in appoggio: con l’enorme motricità, accentuata dal motore posteriore in posizione a sbalzo, che spinge l’avantreno in un sottile sottosterzo pienamente sfruttabile continuando l’accelerazione, oppure in sovrasterzo deciso ma ben dosabile nelle volte più strette dove volutamente si esagera (il controllo di stabilità include una regolazione intermedia che offre gran libertà di “traverso” senza togliere del tutto la protezione); e con l’altrettanto caratteristico frontale che alleggerisce un velo in accelerazione piena. La danza nel misto è ancora più armonica e più facilmente avvicinabile, ma tutto il fascino ed il sapore unico di questa particolare configurazione meccanica restano pienamente intensi per appagare anche i guidatori più esperti.

Le “coccole” di bordo restano solo per due. Con bagaglio misurato…
L’abitacolo, ispirato agli interni dei modelli anni ’60 e ’70 con lo sviluppo verticale della plancia compatta, regala autenticità ed accoglienza; lo spazio è generoso e la seduta ancora più bassa lascia spazio ad una postura pienamente sportiva (con maggior contenimento laterale) anche alle persone più alte. L’eccellente navigazione sullo schermo centrale da 10,25” può essere ripetuta anche nel piccolo display laterale del cruscotto, mentre alla leva del cambio automatico miniaturizzata – trasmissione peraltro rapidissima, secca e diretta – serve in verità abituarsi un po’. Spazio per i bagagli minimalista, ma al solito la striminzita panchetta posteriore serve proprio per estendere l’autonomia di viaggio.

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