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ATTUALITÀ SETTIMANALEGli uragani si abbattono sulla borsa americana

11.09.17 - 12:23
EFG Asset Management
Keystone
Gli uragani si abbattono sulla borsa americana
EFG Asset Management

Inizio di settimana all’insegna della cautela a seguito del nuovo test nucleare condotto domenica dalla Corea del Nord, il più potente realizzato finora. Il sentiment è rimasto negativo per buona parte dei giorni successivi, anche se l’attenzione degli investitori si è spostata dalle tensioni geopolitiche all’uragano Irma: solo pochissimi indici sono riusciti a chiudere l’ottava in rialzo.

Negli Stati Uniti il Presidente Donald Trump ha raggiunto un’intesa con i democratici per innalzare il tetto del debito pubblico ed estendere il finanziamento del governo federale fino al 15 dicembre. L'annuncio ha dato una spinta ai mercati americani, anche se non sufficiente ad azzerare le perdite settimanali. Trump ha scavalcato il Partito Repubblicano, che puntava ad un’estensione superiore, e sposato la proposta dei Democratici di sospendere il limite sull'indebitamento per tre mesi. Frattanto il Senato ha approvato un pacchetto di aiuti da 15,3 miliardi di dollari per le aree colpite dalla tempesta tropicale Harvey e la Casa Bianca ha abrogato il programma voluto da Obama per impedire che gli immigrati portati clandestinamente dai genitori negli Stati Uniti quando erano bambini venissero deportati. Il decreto entrerà in vigore solo a marzo, dando al Congresso sei mesi per approvare un piano sostitutivo che tuteli gli oltre 800.000 immigrati interessati.

Martedì il Governatore della Federal Reserve Lael Brainard ha invitato a procedere con cautela nell’alzare i tassi di interesse fino a quando non si avrà la certezza di un ritorno dell’inflazione verso il livello obiettivo del 2%. Anche il Presidente della Fed di Dallas Robert Kaplan si è espresso a favore di un'impostazione attendista, ribadendo che la banca centrale dovrebbe essere paziente. Tali commenti dovish hanno spinto sotto la soglia del 2,1% il rendimento del Treasury decennale, il quale poi giovedì ha raggiunto quota 2,06%, il livello più basso dalle elezioni dello scorso anno, a causa dei segni di una certa esitazione da parte della BCE nel ritirare le misure di stimolo monetario. Inoltre, a differenza di tre settimane fa il Presidente della Fed di New York William Dudley non ha dichiarato di attendersi un ulteriore aumento dei tassi prima della fine dell’anno.

In Europa il miglior indice di borsa è stato di gran lunga il DAX tedesco, spinto dal comparto automobilistico. L’attenzione si è spostata nuovamente sulla Banca Centrale Europea, la quale nella riunione di settembre ha mantenuto i tassi ai minimi storici e confermato che gli acquisti di titoli finanziari proseguiranno almeno fino a dicembre. Il Consiglio Direttivo sarà chiamato a decidere sul destino del programma di quantitative easing al vertice di ottobre. Nel corso della conferenza stampa il Presidente della BCE Mario Draghi ha affermato che occorre prendere in considerazione l’impatto deflazionistico dell'euro forte in vista del ritiro delle misure di stimolo, parole che hanno spinto la moneta unica fino a 1,209 sul dollaro, il livello più alto dal gennaio del 2015.

In ripresa la domanda di petrolio raffinato dopo che gli stabilimenti della Costa del Golfo hanno ripreso l'attività all’indomani della tempesta tropicale Harvey. Il West Texas Intermediate ha chiuso la settimana leggermente in rialzo nonostante il cedimento nella giornata di giovedì a seguito dell'annuncio da parte dell’amministrazione americana del primo aumento delle scorte di greggio da dieci settimane a questa parte. L’oro ha toccato i massimi degli ultimi 12 mesi, portandosi a 1350 dollari per oncia grazie alla debolezza del biglietto verde. Gli investitori hanno cercato la sicurezza dei beni rifugio in vista del fine settimana, preparandosi per l'arrivo dell’uragano Irma in Florida nonché l’anniversario di fondazione della Corea del Nord nella giornata di sabato.

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