L'Europarlamento ha dato il nulla osta al nuovo sistema europeo per l'omologazione delle auto
BRUXELLES - L'ultimo tassello per chiudere definitivamente la pagina nera del cosiddetto Dieselgate. È quello che ha messo l'Europarlamento dando l'ok definitivo al nuovo sistema europeo delle omologazioni auto, adottando formalmente il sofferto accordo raggiunto a dicembre con Commissione e Consiglio europei dopo più di due anni dalle rivelazioni delle emissioni truccate di alcuni modelli Volkswagen.
Dal primo settembre 2020 scatteranno controlli a campione delle auto, test indipendenti dei servizi tecnici e audit dell'Ue delle motorizzazioni nazionali, oltre alla facoltà di Bruxelles di compiere proprie verifiche, imporre multe fino a 30'000 euro (circa 35'000 franchi) per veicolo non a norma e ordinare richiami a livello europeo.
Le nuove regole danno infatti a Bruxelles più poteri di supervisione e controllo, contro cui gli stati membri e la lobby auto si sono fortemente battuti facendo trascinare il processo legislativo per mesi. Nel dettaglio, ogni Paese dovrà effettuare almeno un controllo ogni 40'000 nuovi veicoli immatricolati, e almeno il 20% dei test dovranno riguardare le emissioni. Per i Paesi con un basso numero di immatricolazioni, dovranno essere effettuati un minimo di cinque controlli l'anno in totale e i servizi tecnici saranno sottoposti ad audit regolari e indipendenti.
Ci saranno poi verifiche per garantire che le auto rimangano entro i limiti di emissione previsti per tutto il loro ciclo di vita e, qualora dovessero essere obbligati a effettuare riparazioni sui propri veicoli, i loro proprietari saranno rimborsati in caso di non rispetto delle norme, a meno che il costruttore non ne decida il ritiro. Le officine indipendenti, poi, avranno accesso alle informazioni sui veicoli per poter competere con i concessionari e contribuire alla riduzione dei prezzi.
La proposta iniziale della Commissione, più ambiziosa, è stata però amputata della norma che modificava il sistema di remunerazione spezzando il circolo vizioso odierno, dove i servizi tecnici che compiono i test sulle auto sono pagati dagli stessi costruttori. Sia Bruxelles che gli altri Stati membri potranno però contestare la loro designazione in caso di problemi, e le stesse motorizzazioni nazionali subiranno audit da parte di Bruxelles.