Cerca e trova immobili

STATI UNITIStretta di Google sulle pubblicità "tossiche": cancellate 100 al secondo

14.03.18 - 17:31
«Sia si tratti di un incidente occasionale o di un'azione coordinata da truffatori, un'esperienza negativa ha ripercussioni sull'intero ecosistema»
Keystone
Stretta di Google sulle pubblicità "tossiche": cancellate 100 al secondo
«Sia si tratti di un incidente occasionale o di un'azione coordinata da truffatori, un'esperienza negativa ha ripercussioni sull'intero ecosistema»

NEW YORK - Stretta di Google sulle pubblicità "tossiche", quelle che infettano i nostri dispositivi con virus malevoli e phishing, ma anche sugli annunci che riguardano le criptovalute come i bitcoin. Nel 2017 l'azienda di Mountain View, che detiene una grossa fetta di pubblicità online, ha rimosso 3,2 miliardi di annunci che violavano le sue norme. Al ritmo di 100 pubblicità cancellate al secondo.

I numeri sono contenuti nel rapporto Bad Ads che la società redige periodicamente. Nello specifico, Google nel corso del 2017 ha bloccato 79 milioni di spot che sulla sua piattaforma cercavano di indirizzare gli utenti su siti che ospitavano virus malevoli e ha rimosso 400'000 di questi siti non sicuri.

Inoltre ha eliminato 66 milioni di annunci "trick-to-click" (inducono a cliccare su un'immagine con finalità ingannevoli) e anche 48 milioni di pubblicità che cercano di far installare software indesiderati.

«Sia si tratti di un incidente occasionale o di un'azione coordinata da truffatori, un'esperienza negativa ha ripercussioni sull'intero ecosistema», spiega Scott Spencer, "Director of Sustainable Ads" presso Google. «Lo scorso anno - aggiunge - abbiamo pagato 12,6 miliardi di dollari ai publisher che usano la nostra rete. Tuttavia, per guadagnare con gli annunci di Google è necessario rispettare le regole, il che significa rispettare prima di tutto gli utenti».

Altro fenomeno registrato dal motore di ricerca è il "tabloid cloaking" che riguarda annunci sensazionalistici come le pillole che fanno perdere peso e invece riconducono a siti che vendono altro. "L'anno scorso - sottolinea Spencer - abbiamo sospeso più di 7'000 account AdWords accusati di aver violato la norma relativa. Nel 2016 erano stati 1'400".

Altra violazione ancora è lo "scraping", quando qualcuno cerca di guadagnare copiando notizie o contenuti da altri siti, motivo per cui Google ha "bloccato oltre 12'000 siti nel 2017".

E non manca il capitolo "fake news", spesso prodotte per generare traffico. «Ai siti web che fanno parte della nostra rete pubblicitaria non è permesso monetizzare su contenuti ingannevoli - dice Spencer -. Nel 2017 abbiamo scoperto che un piccolo numero di publisher era responsabile della maggior parte di queste violazioni. Degli 11'000 siti web che abbiamo esaminato per una possibile violazione, ne abbiamo bloccati oltre 650 e abbiamo eliminato 90 publisher dalla nostra rete. Aggiorniamo costantemente le nostre norme ogni volta che vediamo emergere nuove minacce. Lo scorso anno ne abbiamo aggiunte 28 per gli inserzionisti e altre 20 per gli editori», conclude Google, che nel corso degli ultimi mesi ha dovuto affrontare la bega delle pubblicità su YouTube accoppiata a contenuti inappropriati che ha fatto tuonare i grandi inserzionisti.

Infine, Google scende in campo anche per frenare il proliferare di pubblicità e offerte, spesso ingannevoli, legate al mondo delle criptovalute. Come già annunciato da Facebook, a partire da giugno vieterà le inserzioni online che hanno per protagonisti Bitcoin, Ethereum e le altre valute digitali.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE