Cerca e trova immobili

CANTONELa magia degli abeti di Faido: donati a chi non ha un Natale

11.12.17 - 06:00
Inaugurato un anno fa, il vivaio ora conta 700 alberi alti appena 30-40 cm. Alcuni però sono stati già comprati: «Ma c'è chi non verrà a ritirarli. Li darò a chi non può permetterseli».
La magia degli abeti di Faido: donati a chi non ha un Natale
Inaugurato un anno fa, il vivaio ora conta 700 alberi alti appena 30-40 cm. Alcuni però sono stati già comprati: «Ma c'è chi non verrà a ritirarli. Li darò a chi non può permetterseli».

FAIDO - Adesso, gli abeti magici sono almeno settecento; forse addirittura «720 o 730». Un anno esatto fa, nel vivaio inaugurato il mattino dell'11 dicembre, erano appena trecento, su migliaio di metri quadri sufficienti a ospitarne fino a 1'200. L'intenzione era di entrare a pieno regime entro qualche anno, a suon di trecento arbusti piantati la volta e un tasso di perdita stimata del 40%. «Invece è andata molto meglio di quanto credevamo. Non solo, davanti a una domanda elevata e alla necessità di fare in fretta, ne abbiamo messi a dimora duecento in più del previsto, ma ne sono anche morti pochissimi», racconta Michele Karpf, 27 anni, ideatore di un progetto – «L'Abete magico di Faido» – nato per offrire alla gente alberi di Natale "made in Ticino".

Per addobbarli, in verità, è ancora troppo presto. «Sono alti fra i 30 e i 40 centimetri, specie all'inizio crescono lentamente. Prevediamo di poterli vendere nel 2020». Un centinaio, però, sono già stati acquistati, attraverso la formula dell'"adozione": 100 franchi pagati per non portarsi via niente, solo accaparrarsi il diritto di scelta quando il momento verrà. «Molti nonni li hanno regalati ai nipotini. Ma ci sono state anche persone che hanno fatto donazioni a famiglie bisognose. Hanno pagato l'abete e mi hanno detto di darlo, a mia discrezione, a qualcuno che non può permetterselo».

Un doppio gesto di beneficenza, a favore dell'ex segheria patriziale che con parte del ricavato finanzierà i suoi costi di gestione, così come dei bambini che altrimenti avrebbero dovuto accontentarsi di guardare l'albero degli altri. «È stata una sorpresa anche per noi», ammette Michele, che adesso vuole coinvolgere altri ragazzini, stavolta delle scuole. «Ne sono già venute un paio da altri cantoni, in primavera, a visitare il vivaio e a dare una mano per una settimana. L'esperienza è piaciuta molto. È ora di coinvolgere anche le classi del Ticino». 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE