Parola di un ex-dipendente, licenziato e querelato per un milione di dollari: «Far uscire la verità alla luce del sole è stato un incubo interminabile».
SAN FRANCISCO - Prima licenziato, poi querelato (lo scorso 20 giugno) per un milione di dollari. La vita di Martin Tripp, ex-dipendente di Tesla ai ferri cortissimi con l'azienda di Elon Musk, gli ultimi mesi sono stati un calvario di quelli veri.
Ora Tripp vuole diventare un whistleblower per smascherare un'enorme truffa «ai danni degli investitori ma anche dei consumatori».
Stando all'uomo, infatti, Tesla e Musk hanno volutamente gonfiato le cifre di produzione delle Model 3 per evitare ripercussioni con gli investitori in un momento più che delicato per l'azienda.
Ma non solo: avrebbero utilizzato materiali di scarsa qualità e soprattutto fabbricando batterie «con fori evidenti sulla superficie» a rischio, e danno, degli acquirenti. Tutte accuse che Tesla a ha categoricamente cassato come «false».
Un percorso, quello della sua verità, travagliatissimo: «Far uscire il tutto alla luce del sole è stato un vero e proprio incubo interminabile. Oltre alle minacce, online e offline a me e alla mia famiglia, in tantissimi hanno dubitato di me. Spero che, alla fine, tutto questo porterà ai risultati sperati e che altri potranno farsi avanti senza paura».