Berna sovvenziona progetti di ricerca a colossi che non necessiterebbero di aiuti, suscitando la critica delle piccole e medie imprese
ZURIGO - Nel 2015 la Commissione per la tecnologia e l’innovazione (Cti) ha distribuito 126 milioni di franchi per progetti di ricerca e sviluppo congiunti di imprese e scuole universitarie. Il 24% dei crediti, ovvero 32 milioni di franchi, sono andati a progetti cui partecipavano grandi aziende. Lo rivelano ricerche della SonntagsZeitung.
«È da sfacciati»
Fra le imprese coinvolte figurano anche colossi del calibro di Abb, Alstom, Credit Suisse, Roche o Swisscom: hanno distribuito ai propri azionisti dei consistenti dividendi e, allo stesso tempo, hanno usato i soldi del contribuente per finanziare progetti di ricerca. «È da sfacciati», commenta Markus Blocher, titolare dell’azienda chimica Dottikon ES. «Le grandi imprese possono benissimo finanziarsi da sole ─ aggiunge ─. Molte, tuttavia, non hanno più voglia di investire autonomamente purtroppo». I rappresentanti delle piccole aziende criticano fortemente la Cti a questo proposito.
«Spesso vengono sostenuti dei progetti che potrebbero essere attuati anche senza il supporto della Confederazione attraverso la collaborazione dei settori economico e della ricerca», lamenta Hans-Ulrich Bigler, direttore dell’Unione svizzera delle arti e mestieri (Usam). Oliver Müller, direttore dell’associazione di piccole e medie imprese Swissmechanic, aggiunge: «È inopportuno che grandi aziende prendano un quarto di questi fondi che dovrebbero dare una mano alle piccole imprese».