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SVIZZERAFranco forte, un terzo delle PMI si attende un calo delle vendite

21.05.15 - 11:23
Lo rivela un sondaggio realizzato dalla società di consulenza EY
Franco forte, un terzo delle PMI si attende un calo delle vendite
Lo rivela un sondaggio realizzato dalla società di consulenza EY

ZURIGO - Le piccole e medie imprese (PMI) svizzere non si lasciano scoraggiare dall'apprezzamento del franco. Un terzo si attende tuttavia un calo del giro d'affari per l'anno in corso. Lo rivela un sondaggio realizzato dalla società di consulenza EY (precedentemente Ernst&Young).

Rispetto all'ultima inchiesta effettuata in gennaio, la situazione è peggiorata, dato che allora soltanto il 10% delle PMI prevedeva che le vendite sarebbero diminuite durante l'esercizio 2015. Le imprese più pessimiste sono quelle con un fatturato annuo superiore a 100 milioni di franchi e quelle industriali fortemente orientate verso l'esportazione, indica lo studio di EY pubblicato oggi.

Quattro mesi dopo la decisione della Banca nazionale svizzera (BNS) di abbandonare la soglia minima di 1,20 franchi per un euro, il 40% delle PMI intervistate non risente tuttavia di alcuna ripercussione negativa legata al franco forte. Per il restante 60%, l'apprezzamento della valuta elvetica si manifesta soprattutto sotto forma di una diminuzione dei prezzi e di un calo delle commesse.

EY constata che il 53% delle imprese continua a considerare buona la propria situazione commerciale attuale. Si tratta di una proporzione nettamente superiore a quella del mese di luglio 2011, quando il franco forte raggiunse i massimi e l'euro scivolò sotto la soglia di 1,10 franchi, ciò che portò poi all'introduzione della soglia minima da parte della BNS.

Secondo il sondaggio, oltre l'80% delle imprese prevede a medio termine un corso dell'euro inferiore a 1,10 franchi. Tuttavia, meno di un terzo delle PMI auspica un sostegno diretto dello Stato. Considera più opportuni sussidi indiretti nei settori dell'innovazione e della formazione nonché nuovi modelli di tempo di lavoro.

Gran parte delle imprese consultate affronta l'apprezzamento del franco con programmi mirati volti a migliorare la qualità e la capacità d'innovazione nonché a ridurre i costi e accrescere l'efficienza. Oltre la metà delle imprese ha già attuato tali misure. Parallelamente numerose aziende cercano di diminuire i costi del personale. Circa il 30% delle PMI interrogate non assume più nuovi dipendenti fino a nuovo ordine.

Circa il 20% non esclude una riduzione dei posti di lavoro. Circa l'8% prevede una diminuzione dei salari e circa il 9% ha già introdotto la disoccupazione parziale o la introdurrà prossimamente. Infine, circa il 12% delle imprese intervistate ha già delocalizzato impieghi o strutture all'estero oppure sta pensando di farlo.

Il sondaggio di EY è stato realizzato a inizio maggio su un campione di 250 imprese che impiegano da 30 a 2000 dipendenti e non sono quotate alla Borsa svizzera.

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