Il presidente ha fatto una parziale marcia indietro sulle dichiarazioni rilasciate ieri. L'Onu condanna: «Parole vergognose e scioccanti»
WASHINGTON - «Il cosiddetto accordo bipartisan sul Deferred Action for Childhood Arrivals (Daca) che ieri è stato presentato a me e ad un gruppo di senatori e membri del Congresso repubblicani è stato un grande passo indietro». Lo twitta Donald Trump, correggendo il tiro, dopo la bufera, sulla frase che gli era stata attribuita ieri sera secondo la quale avrebbe parlato di «Paesi m....».
The so-called bipartisan DACA deal presented yesterday to myself and a group of Republican Senators and Congressmen was a big step backwards. Wall was not properly funded, Chain & Lottery were made worse and USA would be forced to take large numbers of people from high crime.....
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 12 gennaio 2018
Linguaggio duro, la proposta peggio - «Il linguaggio che ho usato al meeting sull'accordo Daca (sui Dreamer) è stato duro», ma ben peggio «è stato ricevere una proposta così stravagante», ha continuato il presidente, sottolineando che «gli Stati Uniti sarebbero costretti a prendere un gran numero di persone da Paesi ad alta criminalità e messi male. «Voglio un sistema di immigrazione basato sul merito e persone che contribuiscano a migliorare il nostro Paese», ha concluso Trump.
The language used by me at the DACA meeting was tough, but this was not the language used. What was really tough was the outlandish proposal made - a big setback for DACA!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 12 gennaio 2018
La condanna dell'Onu - L'Onu nel frattempo ha condannato i commenti del presidente. Se confermati, sono «vergognosi e scioccanti», ha affermato il portavoce dell'ufficio Onu per i diritti umani Rupert Colville, sottolineando che essi potrebbero mettere in pericolo vite umane fomentando la xenofobia. Trump, secondo i media americani, durante una riunione con alcuni deputati avrebbe detto «Perché gli Stati Uniti dovrebbero avere tutta questa gente che arriva da questo cesso di Paesi?». «Non si possono liquidare interi paesi come "cessi"», ha affermato Colville, aggiungendo che tali commenti "«potrebbero danneggiare e distruggere la vita di molte persone» perché «legittimano a colpirle in base al posto da cui provengono». Le dichiarazioni del presidente Usa «vanno contro i valori universali che il mondo ha così duramente perseguito dopo la seconda guerra mondiale e l'olocausto».
Bezos dona 33 milioni ai Dreamer - Jeff Bezos, il patron di Amazon e proprietario del Washington Post, dona 33 milioni di dollari a un fondo che offre borse di studio ai Dreamer, i giovani immigrati arrivati da bambini negli Stati Uniti da genitori illegali. La donazione arriva mentre la tensione sul fronte dell'immigrazione è elevata, come dimostrato nel meeting dell'accordo sul Daca.
L'ambasciatore a Panama si dimette - L'ambasciatore americano a Panama si dimette, spiegando di non poter più lavorare nell'amministrazione Trump. Lo riportano i media americani, secondo i quali le dimissioni sarebbero legate ai commenti di Donald Trump sugli immigrati.