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SPAGNAPuigdemont agli indipendentisti: «Facciamo un'unica lista»

04.11.17 - 20:42
In vista dell'appuntamento elettorale del 21 dicembre il presidente destituito della Generalitat si è rivolto ai suoi concittadini da Bruxelles
Keystone
Puigdemont agli indipendentisti: «Facciamo un'unica lista»
In vista dell'appuntamento elettorale del 21 dicembre il presidente destituito della Generalitat si è rivolto ai suoi concittadini da Bruxelles

BRUXELLES - Carles Puigdemont lancia un appello a tutti i partiti politici catalani indipendentisti e chiede una «lista unitaria» in vista dell'appuntamento elettorale del 21 dicembre imposto da Madrid.

Dal suo 'rifugio' in Belgio, il presidente destituito della Generalitat, commissariata dal premier Mariano Rajoy, usa il cyberspazio per rivolgersi ai suoi concittadini mentre da Bruxelles la Procura fa sapere di avere avviato la procedura - «interamente giudiziaria» - di esame dei cinque mandati d'arresto europei ricevuti dalle autorità spagnole.

«È il momento per tutti i democratici di unirsi», ha scritto in catalano l'ex President sul social network. «Per la Catalogna, per la libertà dei prigionieri politici e per la repubblica». Nel frattempo, con un altro tweet - questa volta in fiammingo - Puigdemont ha assicurato di essere «pronto a cooperare pienamente con la giustizia belga sul mandato di arresto europeo emesso dalla Spagna».

Tuttavia, ha precisato il suo avvocato Paul Bekaert - riportano i media spagnoli - se la giustizia belga darà l'ok all'arresto e alla consegna alle autorità spagnole, Puigdemont «farà appello», una mossa che potrebbe portare ad un rinvio fino a 90 giorni.

Un periodo, quindi, più che sufficiente per consentire al leader catalano di avere un ruolo nelle elezioni del 21 dicembre - che si svolgeranno tra 47 giorni - da uomo libero. La procedura di esame dei cinque mandati di arresto verso Puigdemont e quattro dei suoi ex ministri con lui in Belgio, non sembra inoltre avere tempi brevissimi.

La procura belga che oggi ha iniziato ad esaminare il mandato di arresto europeo arrivato da Madrid ha infatti fatto sapere che non ha ancora designato il giudice (e probabilmente non lo farà fino a lunedì) che dovrà dire l'ultima parola. Se procedere o meno con l'arresto. Una decisione che - ha ribadito il ministro della giustizia belga - è e resta comunque di competenza «giudiziaria» e non spetta «alla politica».

Intanto, a Barcellona sono cominciati i giochi politici tra i partiti indipendentisti in vista delle elezioni. Erc (Esquerra Republicana de Catalunya), il primo con il 33%, ha fatto sapere oggi di essere disposto ad accettare la "lista unitaria" proposta da Puigdemont a condizione che le venga riconosciuto un maggior peso rispetto a quello che aveva nella coalizione precedente.

Da parte sua la Cup, cioè l'ala sinistra del fonte indipendentista, ha fatto sapere dopo la riunione del suo consiglio politico tenuta oggi a Perpignano (in Francia) che deciderà durante la sua assemblea nazionale del 12 novembre se e come si presenterà alle elezioni. Di fatto, tuttavia, scrive il quotidiano La Vanguardia, il Partito ha escluso la sua partecipazione a una lista unica poiché la scadenza per formalizzare questa candidatura è il sette novembre.

Ma il governo di Madrid fa capire che, anche se il 21 dicembre dovessero vincere gli indipendentisti, la situazione non cambierebbe. Il delegato del Governo, Enric Millo, ha avvertito oggi che se i vincitori delle elezioni non rispetteranno lo stato di diritto vigente, «verranno applicate di nuovo automaticamente le stesse misure» prese finora.

E poi ha ribadito che l'obiettivo dell'applicazione dell'articolo 155 della Costituzione - che ha portato allo scioglimento del Parlamento catalano e alla fine del Govern della Generalitat - è «il ripristino dell'ordine costituzionale». E l'esecutivo che emergerà dal voto dovrà rispettare la legalità.

Si moltiplicano nel frattempo le richieste per la scarcerazione dei politici indipendentisti. Oggi è stato il turno della leader di Erc Marta Rovira: «Se la Spagna vuole elezioni democratiche, se vuole dimostrare che è realmente democratica, è necessario che rilasci i leader di uno dei partiti che parteciperanno alle elezioni», ha detto.

«Noi chiediamo la libertà di tutti i prigionieri politici, tutti quanti!». Come è noto, restano in prigione il vicepresidente della Generalitat Oriol Junqueras, sette ministri di Erc e Pdecat e 'i due Jordi' - Sanchez e Cuixart - leader della società civile.
 
 

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