Cerca e trova immobili

REGNO UNITOUn divorzio da 40 miliardi?: «Una cifra che non riconosco»

07.08.17 - 22:01
La premier May ribandisce la volontà di arrivare ad un giusto accordo, ma la polemica non si placa. Bruxelles: «I britannici dovranno pagare anche dopo l'uscita del 2019»
keystone
Un divorzio da 40 miliardi?: «Una cifra che non riconosco»
La premier May ribandisce la volontà di arrivare ad un giusto accordo, ma la polemica non si placa. Bruxelles: «I britannici dovranno pagare anche dopo l'uscita del 2019»

LONDRA - Continua a essere motivo di forte polemica nel Regno Unito e in Europa il "conto del divorzio" della Brexit. Oggi è dovuta intervenire, tramite un suo portavoce, la stessa premier britannica Theresa May per smentire l'ipotesi sui 40 miliardi di euro che Londra, stando a quanto affermato ieri dal Sunday Telegraph, dovrebbe pagare a Bruxelles.

Cifra che il primo ministro «non riconosce», mentre si è limitata a ribadire la volontà di arrivare ad un «giusto accordo» con l'Ue nel corso dei negoziati.

Il suo intervento si è reso necessario dopo le critiche dell'ala più euroscettica del suo partito conservatore e le dichiarazioni in arrivo dal commissario europeo Gunther Oettinger, secondo cui l'uscita inciderà sul bilancio Ue per 10-12 miliardi in più all'anno.

Tensione alle stelle - Dopo le rivelazioni del domenicale è infatti salita la tensione fra i Tories. Per il Daily Telegraph, c'è «rabbia» tra i ministri nei confronti dei funzionari britannici che a Bruxelles conducono le trattative e sono stati accusati di alimentare le voci di stampa.

Gli esponenti più euroscettici restano dell'opinione che il Regno Unito non avrebbe alcun obbligo finanziario nei confronti dell'Unione. Nella bufera sono così finiti i circa 100 funzionari di sua maestà impegnati nelle trattative: non solo starebbero operando con un'eccessiva autonomia, ma avrebbero «tenuto all'oscuro» l'esecutivo. Fra i maggiori critici c'è il deputato Tory Jacob Rees-Mogg, che parla di «numeri senza alcuna logica, perché legalmente non dobbiamo niente a Bruxelles».

Intanto anche dall'Ue, dopo il "no comment" di ieri, sono arrivate le prime dichiarazioni ufficiali. Il commissario al bilancio Gunther Oettinger ha spiegato, in una intervista alla Bild, che «sul lungo periodo mancheranno nel bilancio Ue tra i dieci e i dodici miliardi di euro l'anno, ma i britannici dovranno pagare anche dopo l'uscita del 2019 per tutti i programmi sottoscritti prima di Brexit».

E ancora: «In ogni caso Londra dovrà continuare a dare soldi a Bruxelles come minimo fino al 2020». Successivamente i soldi mancanti saranno recuperati «attraverso un'azione di risparmio e con più alti contributi dei Paesi membri». Del resto, per decenni la Gran Bretagna ha sempre usufruito di sconti e agevolazioni speciali che hanno portato anche altri paesi dell'Unione a sfruttare eccezioni simili.

Ma quanto si dovrà attendere per conoscere la cifra esatta del conto del divorzio? Per il Guardian online, il governo May è pronto nelle prossime settimane a pubblicare le linee guida molto approfondite che intende adottare nel corso dei negoziati precisando, fra l'altro, come intende rimpiazzare l'unione doganale e risolvere la questione del confine di terra nell'Ulster tra Irlanda del Nord e Irlanda.

Ma, soprattutto, ci potrebbe essere finalmente la tanto attesa formula per calcolare quanto Londra debba sborsare a Bruxelles per il divorzio dall'Unione.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 

interceptors 6 anni fa su tio
Bè già meglio...qualche mese fa parlavano di 60-80mld...si sono già ridimensionati. Cara May, vedrai che ancora un paio di mesi e si abbasserà ancora...

nessuno 6 anni fa su tio
chi troppo vuole nulla stringe ...
NOTIZIE PIÙ LETTE