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CINAXi Jinping a Hong Kong: «La sovranità è una linea rossa»

01.07.17 - 21:54
Xi Jinping a Hong Kong: «La sovranità è una linea rossa»

HONG KONG - Linea dura della Cina su Hong Kong. Il presidente cinese Xi Jinping, in visita nell'ex colonia britannica per celebrare i 20 anni del suo ritorno sotto la sovranità di Pechino, ha lanciato un avvertimento che suona come una minaccia nei confronti delle opposizioni.

Queste ultime chiedono maggiore democrazia e pensano a più autonomia e sono scese in piazza per protestare, ma solo dopo la partenza di Xi.

Qualsiasi azione che possa mettere in pericolo la sovranità e la stabilità della Cina sarà considerata "assolutamente inammissibile" ha affermato Xi durante la cerimonia di giuramento di Carrie Lam, la nuova governatrice di Hong Kong.

Parole durissime, per mettere bene in chiaro che qualsiasi tentativo di sfidare la sovranità della Cina, la sicurezza e l'autorità del governo o di usare Hong Kong come base "per infiltrazioni e attività di sabotaggio contro la madrepatria è un atto che attraversa una linea rossa" e non può essere tollerato.

"Creare deliberatamente divisioni e provocare scontri non risolverà i problemi" ha scandito il presidente cinese, aggiungendo che Hong Kong" non può permettersi di essere destabilizzata da movimenti sconsiderati o fratture interne". Il riferimento alle proteste del 2014 e allo scontento che cova soprattutto tra i giovani che potrebbe aprire un nuovo fronte di proteste è evidente.

Così come l'implicito avvertimento che la repressione non farà sconti a nessuno: un messaggio evidente già ieri quando il leader cinese ha optato per un alto profilo militare, passando in rassegna oltre 3.000 soldati schierati nella base di Shek Kong, carri armati, elicotteri, mezzi speciali.

Le imponenti misure di sicurezza che hanno circondato la visita di Xi hanno impedito qualsiasi manifestazione di piazza. E solo dopo la sua partenza migliaia di dimostranti sono confluiti a Victoria Park, nell'area di downtown, rispondendo all'appello della coalizione pro-democrazia e innalzando cartelli contro Pechino e contro la governatrice Lam. Mercoledì era stato arrestato un gruppo di 26 attivisti tra i quali il leader studentesco Joshua Wong, poi rilasciati ieri.

Le affermazioni di Xi, secondo il quale Hong Kong deve fare di più per sostenere la sicurezza e aumentare l'educazione patriottica, allinearsi cioè sempre di più agli standard di Pechino, non hanno contribuito a rassicurare le opposizioni. Anche se il presidente ha ribadito il sostegno al principio "un Paese due sistemi" coniato per sottolineare l'appartenenza alla Cina comunista pur mantenendo un sistema capitalistico e caratteristiche democratiche.

Ma tra i giovani c'e' fermento e Carrie Lam, la prima governatrice donna di Hong Kong accusata di aver vinto le elezioni del marzo scorso con il sostegno occulto di Pechino, non è amata. Ha promesso di ascoltare e condividere opinioni e informazioni sui social, che l'hanno ferocemente presa di mira dopo l'elezione. Una scommessa difficile, stretta com'è tra la fedeltà a Pechino e l'insoddisfazione della gente.

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