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ROMA - Matteo Renzi torna segretario del Partito democratico (Pd) italiano. L'assemblea che lo ha proclamato era composta da 449 donne e 551 uomini. Renzi ha raccolto il voto di 700 delegati, Andrea Orlando di 212, Michele Emiliano di 88.
«Altro che partito personale: il Pd è una comunità, non è un luogo dove tutti si sparano contro», ha detto l'ex premier italiano che ha assicurato: «Nessuno del Pd ha messo o metterà in discussione il sostegno al governo guidato da Paolo Gentiloni», presente in sala.
Sulla legge elettorale ha detto che il Pd «non farà la parte del capro espiatorio» e che «la proposta spetta ad altri». L'assemblea ha anche confermato Matteo Orfini alla presidenza del Partito (16 no e 60 astenuti). Barbara Pollastrini (mozione Orlando) e Domenico De Santis (mozione Emiliano), eletti vicepresidenti. Francesco Bonifazi confermato tesoriere.
Orlando, dopo aver sottolineato il fallimento della rottamazione che «non ha funzionato» ha ribadito di preferire «Bersani a Berlusconi». Emiliano ha garantito «lealtà e continuità di azione sui programmi».
