La sua incoronazione era già stata decretata ieri dai media Usa ma l'ex first lady ha preferito aspettare l'esito delle primarie dell'ultimo Super Tuesday del 2016 per celebrare la vittoria
WASHINGTON - "Grazie a voi abbiamo raggiunto una pietra miliare: per la prima volta nella storia della nostra nazione una donna sarà la candidata di un importante partito" alla presidenza.
Così Hillary Clinton nel suo discorso della vittoria, a Brooklyn, dopo aver superato la fatidica soglia dei 2.383 delegati necessari per ottenere la nomination democratica, esattamente un secolo dopo l'elezione della prima donna, Jeannette Rankin, al Congresso degli Stati Uniti.
La sua incoronazione era già stata decretata ieri dai media Usa ma l'ex first lady ha preferito aspettare l'esito delle primarie dell'ultimo Super Tuesday del 2016 per celebrare la vittoria. "Si è fatta la storia: le barriere possono cadere.
Giustizia e libertà possono vincere - ha rimarcato - insieme siamo più forti. La fine delle primarie è solo l'inizio del lavoro che siamo chiamati a fare e se saremo uniti, saliremo insieme, perché insieme siamo più forti", ha sottolineato rendendo omaggio al rivale democratico Bernie Sanders e attaccando Donald Trump "inadeguato" per diventare presidente e "divisivo".
Hillary è salita sul palco del Navy Yard di Brooklyn sulle note di "Brave", coraggiosa. Era visibilmente emozionata mentre stringeva la mano ai sostenitori in delirio, dopo aver lanciato un nuovo video dedicato all'emancipazione femminile. L'ex first lady si è aggiudicata facilmente la prima vittoria della serata, in New Jersey.
E se Sanders l'ha battuta in Nord Dakota, lei ha trionfato anche in New Mexico, in Sud Dakota e risulta in netto vantaggio in California. Una vera deblacle per il senatore del Vermont che aveva puntato tutto sullo Stato del Sole che assegna ben 475 delegati democratici. In Montana è testa a testa.
Donald Trump, unico candidato repubblicano in gara, ha vinto tutte e cinque le primarie Gop del Super Tuesday: Sud Dakota, New Mexico, New Jersey, Montana e California. Il suo discorso è stato breve ed istituzionale. Per la prima volta non ha parlato di muri. Ha tentato di rassicurare l'establishment del partito sostenendo di "capire la responsabilità del portare lo scettro" e ha attaccato la Clinton.
"Alcuni dicono che sono troppo un lottatore ma la mia preferenza è sempre per la pace. Il mio obiettivo è sempre quello di unire le persone ma se sono obbligato a lottare per qualcosa a cui veramente tengo non mi tiro mai indietro", ha dichiarato.
"I Clinton hanno trasformato la politica dell'arricchimento in una forma d'arte per loro stessi", ha poi rimarcato, invitando i sostenitori del democratico Bernie Sanders "tagliati fuori da un sistema distorto di super delegati" ad unirsi alla sua campagna. "Vi accogliamo - ha concluso - a braccia aperte". Le primarie si chiuderanno martedì 14 giugno con le consultazioni democratiche di Washington Dc.
Intanto il presidente Barack Obama ha chiamato sia Hillary e sia Bernie, congratulandosi con il suo ex Segretario di stato per aver ottenuto i delegati necessari per la nomination e ha ringraziato il senatore del Vermont "per aver galvanizzato milioni di americani" con il suo impegno contro le diseguaglianze.
Il presidente riceverà il senatore giovedì prossimo a Washington "per proseguire la discussione sulle importanti questioni in gioco in questa elezione". È presumibile che dopo l'incontro alla Casa Bianca arrivi l'atteso endorsement di Obama per la Clinton. "La sua storica campagna - recita la nota del presidente - ha ispirato in milioni ed è il proseguimento della sua battaglia di una vita a favore delle famiglie della classe media".
Trump - Donald Trump, unico candidato presidenziale repubblicano rimasto in corsa, ha vinto le primarie in tutti i sei stati del super tuesday del 7 giugno con percentuali oscillanti dal 67% del South Dakota all'81% del New Jersey. In California, con lo spoglio al 39%, è al 77,7%.
Sanders: «Non consentiremo a Trump di vincere» - "Il popolo americano non sosterrà mai un candidato il cui tema principale è l'intolleranza, non consentiremo a Donald Trump di diventare presidente degli Stati Uniti". Lo ha detto il candidato presidenziale democratico Bernie Sanders parlando davanti ai suoi fan in California, ricordando che però "la nostra missione è anche cambiare il nostro Paese".
"Il prossimo martedì continuiamo la lotta per vincere le primarie a Washington D.C. e poi porteremo la nostra lotta per la giustizia sociale, economica, razziale, a Filadelfia" dove si terrà la convention democratica a luglio, ha aggiunto Sanders, che secondo la CNN ha riportato la vittoria nelle primarie del Montana. "So che è una lotta dura, ma continuiamo a lottare per ciascun voto e ciascun delegato".