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«Possono tornare a casa. Il loro stato psichico è piuttosto buono»

THAILANDIA«Possono tornare a casa. Il loro stato psichico è piuttosto buono»

18.07.18 - 13:32
I dodici ragazzini e l'allenatore salvati da una grotta sono stati dimessi dall'ospedale e hanno tenuto una conferenza stampa
Keystone / EPA
«Possono tornare a casa. Il loro stato psichico è piuttosto buono»
I dodici ragazzini e l'allenatore salvati da una grotta sono stati dimessi dall'ospedale e hanno tenuto una conferenza stampa

BANGKOK - È Iniziata oggi alle 18.00 ora locale (le 13.00 in Svizzera) la conferenza stampa dei dodici ragazzini e dell'allenatore rimasti intrappolati per oltre due settimane nella grotta di Tham Luang in Thailandia.

La loro vicenda ha emozionato il mondo e oggi, al termine di un percorso di riabilitazione fisica dopo le privazioni subite, i 13 sono stati dimessi dall'ospedale e sono apparsi davanti ai media. I giovani calciatori sono stati lungamente applauditi dai numerosi giornalisti presenti. Poi, hanno risposto ad alcune delle 100 domande che erano state in precedenza approvate dai dottori. Questo per evitare ai ragazzi questioni scomode che avrebbero potuto destabilizzare il loro recupero.

Stato psichico «piuttosto buono» - «I ragazzi hanno recuperato le forze», precisa un funzionario sanitario thailandese. «Non vedono l'ora di andare a casa. Ora possono tornarci conducendo una vita normale». Un altro ufficiale precisa che lo stato psichico dei giovani è «piuttosto buono». Hanno avuto un buon sostegno psicologico durante i giorni trascorsi in ospedale.

«Sorpresi non fossero thailandesi» - La prima domanda riguarda i loro salvatori: i sommozzatori inglesi. «Siamo rimasti sorpresi non fossero thailandesi», spiega un giovane. La prima parola detta è stata un semplice «ciao». Seguito da una rassicurazione: «Stiamo bene». Durante il salvataggio il loro allenatore Ake ha provveduto a fare da interprete visto che i ragazzini non conoscevano l'inglese. 

«Sapevano tutti nuotare» - Lo stesso allenatore ha sottolineato come tutti i ragazzini avessero acconsentito ad entrare nella cava. «Una volta intrappolati abbiamo capito che avremmo dovuto nuotare. Contrariamente a quanto detto sapevamo tutti nuotare», spiega l'allenatore. «Ma non ci eravamo resi conto di quanto potesse salire l'acqua». Più passava il tempo e  più i ragazzini erano spaventati.

La fame - Ake ha cercato in tutti i modi di rassicurarli: «Vedrete che domani l'acqua scenderà e qualcuno verrà a salvarci». Il grosso problema era però la mancanza di cibo. «Avevamo solo acqua potabile da bere». Un ragazzino ammette di aver pensato spesso al «riso fritto» per combattere la fame durante quei lunghi giorni trascorsi nella grotta.

Ricordo del sub scomparso - Durante la conferenza stampa viene pure ricordato Saman Kunan, il Navy Seal morto nel tentativo di salvare i dodici ragazzini. «Quando abbiamo appreso della sua morte siamo rimasti scioccati», ricorda l'allenatore. «Ci siamo sentiti in colpa». In seguito viene mostrata una fotografia del sub scomparso con i messaggi lasciati dai ragazzini in suo ricordo. «Volevo solo dirti grazie», dice uno. «Grazie dal profondo del mio cuore»,  scrive un altro. 

Richiesta la cittadinanza per 4 apolidi - I documenti per la richiesta della cittadinanza per i quattro apolidi parte del gruppo sono già stati presentati. Lo ha dichiarato un funzionario regionale alla conclusione della conferenza stampa.

Sguardo al futuro, si torna a casa - Alla domanda su cosa abbiano imparato da questa tremenda disavventura l'allenatore non ha dubbi: «Dovremo essere più attenti in futuro e controllare meglio le attività proposte». Un giovane si ripromettere di «essere una brava persona e un buono cittadino», mentre un altro ha spiegato come questa esperienza gli abbia cambiato il modo di vedere il mondo: «La mia vita ha un nuovo senso ora. Cercherò di viverla con attenzione». E il futuro? Un giovane ha precisato che farà di tutto per coronare il proprio sogno di giocare nella nazionale thailandese di calcio, mentre quattro ragazzini vogliono diventare dei sommozzatori. Un futuro che i dodici giovani e il loro allenatore potranno riprendere in mano da domani. Quando faranno ritorno a casa.

 

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