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CREDIT SUISSEL'acquisto di Credit Suisse «sarà completato entro giugno»

03.05.23 - 12:39
La conferma da parte del Ceo di Ubs, Sergio Ermotti: «Agiremo rapidamente ma non in maniera avventata»
Reuters
Fonte Ats awp/mp
L'acquisto di Credit Suisse «sarà completato entro giugno»
La conferma da parte del Ceo di Ubs, Sergio Ermotti: «Agiremo rapidamente ma non in maniera avventata»

ZURIGO - UBS vuole completare l'acquisizione di Credit Suisse già nelle prossime settimane. Il numero uno bancario elvetico sta lavorando duramente per ultimare la transazione a fine maggio o ad inizio giugno, ha spiegato oggi nel corso di un evento a Zurigo il Ceo di UBS Sergio Ermotti. Al momento siamo ancora in attesa delle approvazioni delle autorità di vigilanza negli Stati Uniti, in Europa e in altri importanti Paesi, ha aggiunto.

Fino al completamento della transazione, UBS sarà limitata nella sua comunicazione, ha sottolineato Ermotti alla manifestazione finanziaria "Finanz 23" che si svolge nella città sulla Limmat: «Agiremo rapidamente, ma non avventatamente", ha rilevato ancora il ticinese. Il Ceo di UBS è rimasto abbottonato anche sul futuro degli affari svizzeri della grande banca: «tutte le opzioni sono sul tavolo».

Nell'ambito dell'acquisizione saranno inevitabili tagli di posti di lavoro, ha confermato Ermotti. Tuttavia, gran parte avverrà attraverso fluttuazioni naturali e pensionamenti, si è detto convinto, precisando che in caso di licenziamenti vi sarà la prospettiva di un generoso piano sociale.

Non troppo grande per la Svizzera

Il Ceo di UBS ha rispedito al mittente l'accusa che la «nuova UBS» sia troppo grande per la Svizzera. Negli ultimi anni sia UBS che Credit Suisse hanno notevolmente ridotto i loro bilanci. In ogni caso, il fattore decisivo non è la dimensione del bilancio, ma i rischi che contiene, ha aggiunto Ermotti. Così è stato per la Silicon Valley Bank, che ha innescato l'attuale crisi bancaria con le sue difficoltà finanziarie, nonostante avesse una quota di mercato di appena l'1% negli Usa, ha rilevato.

Il ticinese ha anche relativizzato la quota di mercato di UBS in Svizzera: in vari cantoni le banche cantonali hanno spesso una quota maggiore nel mercato ipotecario rispetto alle grandi banche e il gruppo Raiffeisen ha una rete di filiali più fitta. Se è vero che UBS offre un' «offerta completa», "in ogni singolo segmento" c'è concorrenza.

Nessuna perdita per i contribuenti

Faremo tutto il possibile per garantire che i contribuenti non perdano denaro, ha promesso Ermotti. Il ticinese ha sottolineato che la sua banca deve assorbire potenziali perdite di 5 miliardi di franchi prima di avvalersi della garanzia statale. Il Ceo di UBS ritiene inoltre «estremamente improbabile» che vi saranno perdite per la Confederazione e la Banca nazionale svizzera (BNS) a causa dei prestiti di liquidità.

Ermotti ha espresso minor comprensione riguardo alle notizie diffuse dai media che definiscono la nuova UBS una "Monsterbank" (una banca mostro), anche se ha detto di capire le preoccupazioni della popolazione. La discussione deve prendere in considerazione i fatti, ha aggiunto. La ripresa di Credit Suisse deve essere l'occasione per creare qualcosa di positivo. È nell'interesse dei clienti, della piazza finanziaria e dell'economia elvetica.

Discussioni politiche accese

Se la politica ha un ruolo importante da svolgere, non si tratta di «giocare con il fuoco» e di perdere di vista gli interessi della Svizzera a lungo termine, secondo Ermotti. A suo avviso, la vivacità dei dibattiti è riconducibile anche al contesto di avvicinamento alle elezioni federali. «Mi piacerebbe che fossimo già in ottobre», ha dichiarato il Ceo di UBS.

Il ticinese non ha tuttavia mostrato alcuna comprensione per le richieste di un sistema bancario separato né di regole più severe per le banche in termini di capitalizzazione. «Credit Suisse è sprofondato in questa crisi poiché, in seguito a una serie di insuccessi, ha perso la fiducia dei clienti e non è stato più in grado di restare redditizio in modo duraturo», ha spiegato ancora Ermotti. «Non si può regolare la fiducia dei clienti né la redditività, neppure con maggiori capitali o liquidità».

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