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SVIZZERACioccolato: il 2021 è stato dolce, ma non quanto il 2019 pre-pandemia

29.03.22 - 14:51
Secondo i dati diffusi oggi da Chocosuisse, sono tornate ad aumentare le esportazioni, ma anche le importazioni
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Fonte ats
Cioccolato: il 2021 è stato dolce, ma non quanto il 2019 pre-pandemia
Secondo i dati diffusi oggi da Chocosuisse, sono tornate ad aumentare le esportazioni, ma anche le importazioni
In questi anni il consumo generale pro-capite è poi sceso (da 8 a 6,6 chilogrammi)

BERNA - Il 2021 è tornato ad essere un anno dal sapore dolce per l'industria svizzera della cioccolato, ma non ancora quanto lo erano quelli pre-pandemia: rispetto al 2020 il volume delle vendite è salito del 9,5%, raggiungendo 197'100 tonnellate, mentre nel confronto con il 2019 si registra ancora una flessione dell'1,6%.

Il fatturato è progredito dell'11,8% a 1,7 miliardi di franchi, dato comunque ancora inferiore del 4,2% nel rapporto con due anni prima, emerge dai dati diffusi oggi da Chocosuisse, l'associazione dei produttori.

A trainare la ripresa sono state in particolare le esportazioni (+10,8% in volume, +15,5% in ricavi), ormai poco sotto il livello pre-crisi. Il 71% della produzione va all'estero, in particolare in Germania (25'700 tonnellate), Francia (12'900), Canada (11'800), Regno Unito (10'500) e Stati Uniti (7800).

Il consumo interno è pure in progressione (rispettivamente del 6,6% e del 7,7%), ma volumi e incassi del 2019 sono ancora lontani (-0,7% e -8,4%). Sullo smercio locale pesa la quota delle importazioni, che nel 2021 ha raggiunto circa il 42%. Dieci anni prima era ancora del 34%. In questi anni il consumo generale pro-capite è sceso (da 8 a 6,6 chilogrammi), mentre quello dei prodotti provenienti dall'estero è cresciuto (da 4 a 4,7 chili).

Le 16 aziende attive nel ramo - due delle quali ticinesi: la Alprose di Caslano e la Chocolat Stella di Giubiasco - davano lavoro a 4'378 persone. L'organico era diminuito del 2020, ma è tornato ad aumentare l'anno scorso, pur rimanendo del 5% inferiore a quello del 2019.

Le sfide? Arrivano in particolare dal mondo politico. Secondo Chocosuisse, infatti, il Parlamento ha aggravato la situazione prolungando il dazio minimo per lo zucchero, ciò che secondo l'associazione dà un netto vantaggio di costo alle importazioni dall'estero, a causa dell'aumento dei costi di produzione in Svizzera.

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COMMENTI
 

Dalu 2 anni fa su tio
Chiamarlo svizzero.. prodotto in Svizzera sarebbe più appropriato
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