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SVIZZERA«Rinunciare alla Posta A? Non è un'opzione»

04.03.22 - 12:00
La Posta ha comunque bisogno di un cambio di direzione, come confermato dal Ceo Roberto Cirillo
20min/Simon Glauser
Fonte ATS
«Rinunciare alla Posta A? Non è un'opzione»
La Posta ha comunque bisogno di un cambio di direzione, come confermato dal Ceo Roberto Cirillo

BERNA - La Posta Svizzera vuole puntare sulla libertà imprenditoriale al fine di garantire il servizio pubblico dopo il 2030. L'ex regia federale prevede di investire nel servizio universale, sia fisico che digitale, e di autofinanziarsi senza gravare sui contribuenti.

Secondo il Ceo della Posta Roberto Cirillo, le conclusioni a cui è giunto il rapporto redatto dalla commissione di esperti indipendente convergono in parte con le analisi dell'azienda stessa.

Calcoli fatti nel 2019 hanno dimostrato che, senza un cambio di direzione, il gigante giallo non sarebbe più in grado di finanziare autonomamente i propri servizi dopo il 2028, ha dichiarato oggi Cirillo in una conferenza stampa online.

I motivi sono noti: la contrazione dei ricavi di PostFinance a causa delle restrizioni imposte al suo modello di business, il calo dei volumi delle lettere indotto da una comunicazione sempre più digitale tra persone e aziende e la crescita vertiginosa dei volumi dei pacchi, che comporta investimenti urgenti nell'infrastruttura logistica.

“No” alla rinuncia della Posta A - Il rapporto degli esperti propone di escludere, a partire dal 2030, la Posta A dal servizio universale e di definire come parte di quest'ultimo solo la Posta B. Per il gigante giallo «rinunciare alla Posta A non è però un'opzione percorribile» ha spiegato il Ceo.

Nel 2021 i privati e le aziende hanno inviato quasi mezzo miliardo di lettere della Posta A, ossia un terzo di tutte le missive indirizzate. «Anche se il volume totale delle lettere è in costante calo, questa proporzione resta stabile dimostrando chiaramente fino a che punto la Posta A sia un'esigenza sentita» ha aggiunto Cirillo.

Recapito dei giornali - Il Ceo della Posta si è espresso anche sul tema del recapito dei giornali e riviste in abbonamento che, secondo il rapporto degli esperti, non dovrebbe più rientrare nel mandato di servizio universale della Posta.

Se, a partire dal 2030, i giornali fossero esclusi dal servizio universale, in futuro i nostri clienti (editori e tutti i soggetti che fanno distribuire giornali e riviste) dovrebbero farsi carico direttamente di questo deficit e la Posta dovrebbe fissare prezzi in linea con il mercato. Spetta ora al Parlamento decidere se si tratta di uno scenario auspicabile. «Per me è chiaro che la Posta è disposta a farsi carico di una parte del deficit nel trasporto dei giornali, fintantoché il servizio di base è finanziato in modo solido» ha spiegato Roberto Cirillo.

“No” al taglio dei servizi - «Diversamente da quanto concluso dal gruppo di esperti, non vogliamo puntare sul taglio dei servizi né, tanto meno, sull'eventuale richiesta di finanziamenti pubblici» ha chiarito poi il CEO della Posta.

Su altri punti le analisi della commissione di esperti coincidono in gran parte con il quadro della situazione che era stato tracciato dall'ex regia federale nel 2019 e che ha rappresentato la base per l'elaborazione della strategia "Posta di domani". «Entrambi abbiamo identificato le stesse sfide che la Posta si trova ad affrontare oggi e in futuro» ha detto Cirillo.

Servizio pubblico sempre più digitale - A suo avviso, nel servizio pubblico del futuro dovranno essere sempre più integrati anche i servizi digitali. Il rapporto degli esperti evidenzia due fattori a favore della Posta. Il primo è la grande fiducia di cui godono sia l'azienda sia il suo personale. Il secondo è rappresentato dalla sua fitta rete di punti d'accesso che gettano un ponte verso il mondo digitale.

Secondo Cirillo, alla Posta serve però una maggiore autonomia imprenditoriale per adeguare i propri servizi a esigenze in continuo cambiamento. «Puntiamo a una Posta forte, che cresca insieme alle esigenze dell'economia e della popolazione svizzere, e non a una Posta in declino», anche dopo il 2030. Per questo motivo il gigante giallo si prefigge di investire nel servizio pubblico, sia fisico sia digitale, e di autofinanziarsi anche in futuro senza gravare sui contribuenti.

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