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USAFondo monetario, «peggio deve ancora venire»

11.10.22 - 20:03
«La crescita globale scivolerà sotto il 2% e più di un terzo dell'economia globale si contrarrà nel 2023
Foto AFP
Fonte ATS
Fondo monetario, «peggio deve ancora venire»
«La crescita globale scivolerà sotto il 2% e più di un terzo dell'economia globale si contrarrà nel 2023

NEW YORK - L'economia mondiale si trova a «navigare acque agitate» e le »nubi di tempesta» che si addensano all'orizzonte lasciano prevede che il »peggio deve ancora venire». Il Fondo monetario internazionale (Fmi) ricorre a tre metafore per descrivere lo stato di salute dell'economia mondiale - piegata dalla guerra in Ucraina, dal Covid-19 e da un'inflazione che galoppa - e spiegare la revisione al ribasso delle sue stime di crescita per il 2023. 

Secondo il Fondo ci sono infatti un 25% di chance che la crescita globale scivoli sotto il 2%, un evento storico osservato negli ultimi 50 anni solo cinque volte. «Più di un terzo dell'economia globale si contrarrà nel 2023. In breve il peggio deve ancora venire e per molti il 2023 sarà avvertito come recessione», avverte il Fondo. »Non siamo ancora in una crisi, ma le cose non sembrano buone», mettono ancora in evidenza gli esperti di Washington.

Fra le priorità di azione identificate dal Fondo c'è una lotta senza tregua all'inflazione. »Le banche centrali devono continuare ad agire in modo risoluto per riportare l'inflazione al loro target», esorta il Fmi, prevedendo un aumento dei prezzi al consumo a livello globale dal 4,7% del 2021 all'8,8% nel 2022, per poi calare al 6,5% nel 2023. Livelli ben lontani dall'obiettivo del 2% delle maggiori banche centrali e che mostrano come la strada è ancora lunga. Una strada non facile ma che va perseguita perché non farlo avrebbe conseguenze peggiori.

L'attenzione è alta soprattutto per le prossime mosse della Fed, le cui decisioni hanno un impatto globale anche per il loro effetto sul dollaro. Jerome Powell è atteso procedere con un nuovo rialzo dei tassi dello 0,75% alla prossima riunione di novembre e potrebbe optare per una altra stretta di pari entità anche in dicembre. Insomma la mano pesante della banca centrale americana dovrebbe continuare allontanando - è il timore degli economisti di Wall Street - l'agognato 'atterraggio morbido' e aprendo la strada - per dirla con le parole dell'amministratore delegato di JPMorgan Jamie Dimon - a una «probabile recessione in sei-nove mesi».
 
 

 

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