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STATI UNITILa guerra culturale che colpisce chi con Putin non ha legame

06.03.22 - 12:02
Una sala da tè newyorkese è stata boicottata solo per avere nel nome la parola "Russian"
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La guerra culturale che colpisce chi con Putin non ha legame
Una sala da tè newyorkese è stata boicottata solo per avere nel nome la parola "Russian"

NEW YORK - Dalla vodka alle lezioni all'università, fino alle tea room. Dall'inizio della guerra tra Ucraina e Russia si sono sviluppati più fronti, che non hanno per forza qualcosa a che fare con le trincee. Si combatte sui social e negli atenei, cercando di colpire anche persone decedute nel 1881.

C'è una sala da tè a New York che si chiama "Russian tea room". Aperta nel 1927, non ha nessun legame recente con la Russia e i suoi proprietari sono da decenni imprenditori americani. Sul sito web dell'attività si legge che i fondatori erano «espatriati russi bianchi che erano fuggiti dai bolscevichi». Fino a oggi era considerata a New York come un'icona, frequentata sia dai residenti sia dai turisti e da diverse celebrità e artisti.

Ma, con lo scoppio della guerra, pur non avendo a che fare nulla con questa, viene sistematicamente boicottata. In una dichiarazione inviata alla Cnn, il proprietario ha affermato che «il cuore della Russian Tea Room è con il popolo ucraino, ma non siamo noi la storia qui». E sulla pagina web della sala da tè ha recentemente aggiunto la bandiera dell'Ucraina, esprimendo solidarietà con il suo popolo. «Siamo contro Putin».

Recentemente all'università Bicocca di Milano Paolo Nori, che si doveva recare in ateneo per tenere un ciclo di quattro lezioni su Fëdor Dostoevskij, scrittore russo vissuto nell'Ottocento, si è trovato le porte chiuse. La motivazione data dalla scuola: «Evitare ogni forma dì polemica soprattutto interna in quanto momento dì forte tensione». Ma, appunto, Dostoevskij è deceduto nel 1881. Successivamente, data la polemica nata dal divieto, la rettrice ha cercato di metterci la pezza. In una nota, come riportato dai quotidiani italiani, ha scritto: «Mi scuso per avere urtato diverse sensibilità in un momento così delicato, ma non era intenzione dell'Ateneo esercitare alcuna forma di censura».

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